sabato 5 ottobre 2013

LETTERA APERTA SULLA MANIFESTAZIONE “ COSTITUZIONE VIA MAESTRA

LETTERA APERTA SULLA MANIFESTAZIONE “ COSTITUZIONE VIA MAESTRA “

Alla Segreteria Nazionale
Al Comitato Nazionale ANPI
Al Comitato Provinciale Roma e sue sezioni

Apprendiamo con enorme dispiacere della decisione presa dalla Segreteria Nazionale dell'ANPI di non aderire alla manifestazione “ Costituzione via maestra “ indetta per sabato 12 ottobre a Roma in difesa ed applicazione della Costituzione. Non comprendiamo i motivi di una tale decisione e siamo turbati nel constatare che questa decisione sia stata presa da un organismo esecutivo come quello della Segreteria Nazionale e non da un organismo politico come il Comitato Nazionale, un fatto che a nostro avviso rappresenta un stravolgimento dei ruoli degli organi della nostra Associazione.


Non comprendiamo soprattutto il motivo non essendoci contraddizione tra gli obbiettivi che si pone l' ANPI e quelli che pone l'appello per la manifestazione, come viene anche ribadito nel comunicato della Segreteria Nazionale.


Nel discorso del nostro presidente, Carlo Smuraglia, tenuto il 2 giugno a Bologna si afferma la netta opposizione a radicali cambiamenti della Costituzione, la netta opposizione ad ogni ipotesi di presidenzialismo, una ferma contrarietà ad ogni modifica legislativa o di fatto dell'art.138, l'inopportunità del ricorso ad appoggi esterni come il Comitato dei saggi, la mancanza di quei provvedimenti decisivi per il lavoro e lo sviluppo del Paese, le preoccupazioni per le modifiche ai titoli 1,2,3 e 5 .


Non si affermano forse gli stessi principi nell'appello dei promotori della manifestazione del 12?

Non si afferma forse che la politica del nostro paese deve essere orientata dalla Costituzione, che essa non può essere cambiata, a partire dall'articolo 1 che pone il lavoro alla base della vita del nostro Paese, non si pongono come irrinunciabili i valori dell'uguaglianza e della giustizia sociale secondo la proclamazione dell'art.3 e quelli della dignità e dei diritti fondamentali delle persone proclamate dall'art.2, non si afferma forse la contrarietà alla modifica dell'art.138 e al presidenzialismo punta d'iceberg di uno stravolgimento del nostro sistema istituzionale in senso efficientistico-aziendalistico-autoritario?


Non ci convince poi quel ”Non possiamo aderire a iniziative che, pur legittime, prospettano piattaforme politiche programmatiche“ col quale si esprime il timore di equivoci e strumentalizzazioni non già da parte di una formazione politica bensì della possibilità ipotetica che essa si possa formare. Ma la difesa ed attuazione della Costituzione non rappresenta una piattaforma politica?


Il comunicato della Segreteria Nazionale ci invita inoltre “a coinvolgere tutti i cittadini e non solo una parte di essi, a mobilitarsi per informare, chiarire, discutere, con tutti sulle tematiche dei progetti di riforma della Costituzione su cui si stanno impegnando Governo e Parlamento.” E quale migliore occasione quella che vedrà sfilare in corteo decine di migliaia di persone sabato 12 ottobre? Non sono anche loro cittadini? Quindi se dobbiamo rivolgerci a tutti dovremmo essere al loro fianco, oppure il nostro lavoro deve riguardare solo una parte, solo quella che non sarà presente?

Ci viene chiesto di promuovere e partecipare attivamente a tutte le iniziative in difesa della Costituzione contro ogni attacco, da qualunque parte provenga e poi si decide di non partecipare ad una grande manifestazione proprio sul quel tema? Non riusciamo a comprendere la logica di questi ragionamenti.


Il 12 ottobre saremo in piazza ma saremmo stati orgogliosi di andarci con il nostro striscione e le nostre bandiere insieme a quel popolo che crede e si batte per quei valori scaturiti dalla Resistenza senza timore di subire strumentalizzazioni, in quanto forti e consapevoli della nostra autonomia e per affermare che la Costituzione non solo non si tocca ma va rispettata e applicata poiché già nei fatti sta cambiando l'assetto istituzionale con l'introduzione del pareggio di bilancio, con la demolizione del contratto collettivo di lavoro, col sempre più difficile compito di far rispettare il divieto di ricostituzione del partito fascista e l'applicazione del reato di apologia .Fino a quando dovremo assistere a tragiche vicende come quella di centinaia di migranti morti e dispersi nel mare di Lampedusa la cui terribile responsabilità sta in chi in spregio alla Costituzione autorizza la partecipazione in maniera più o meno diretta alle varie guerre e considera queste ancora come strumento di risoluzione delle crisi internazionali?


E' per tutto questo che ci preme invitare il Comitato Nazionale a riflettere, a considerare la situazione di malessere all'interno della nostra Associazione, a riconsiderare la decisione della Segreteria e a dare la sua adesione convinta, partecipata e consapevole alla manifestazione del 12 .


-- Sezione ANPI Franco Bartolini
Trullo-Magliana
sez.anpi.bartolini@gmail.com
www.anpitrullo.blogspot.com
FB: anpi trullo-magliana

PRESENTAZIONE LIBRO “FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO”





CS: PRESENTAZIONE LIBRO
“FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO”

Venerdi 11 ottobre alle ore 18.30 presso la BiblioTrulloteca in via Monte delle Capre 23 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma presenterà il libro:

"FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO" un processo alla resistenza di Massimo Recchioni, Derive Approdi 2013.

Ne discutiamo con l’autore insieme alla scrittrice e membro del Comitato Nazionale Anpi Lidia Menapace e a Simona Moranino figlia di Francesco Moranino. Introduce Claudio Simbolotti del direttivo della sezione Trullo-Magliana.

La storia del processo al partigiano Francesco Moranino, il comandante «Gemisto», primo parlamentare della storia della Repubblica a subire l’autorizzazione a procedere e all’arresto. Come in molti altri casi, Moranino fu indagato per fatti accaduti durante la guerra di Liberazione solo dopo le elezioni dell’aprile del 1948 che segnarono la sconfitta del Fronte Popolare delle sinistre. Alla fine del processo – istruito e dibattuto da pubblici ministeri e giudici che avevano operato durante il regime fascista – venne condannato all’ergastolo per omicidio plurimo. Per evitare di scontare la condanna dovette espatriare in Cecoslovacchia da dove prese il via la sua straordinaria esperienza di militante comunista internazionalista tra Praga, Berlino Est, Budapest, Cuba, Bucarest.
Il libro di Recchioni contestualizza storicamente gli eventi che furono alla base della condanna di Moranino, inserendoli nel complesso contesto politico della Guerra fredda, spiegando come quella vicenda processuale fosse in realtà la metafora di un processo giudiziario molto più generale che mirava alla criminalizzazione della componente maggioritaria comunista della Resistenza, oltre che a minare la forza organizzativa e la grande autorevolezza di cui il Partito comunista godeva presso ampi strati popolari. Il lavoro di Recchioni – che poggia su una ricchissima documentazione testimoniale recente e inedita di ex partigiani, sugli archivi dei familiari di Moranino, oltre che sui verbali delle sedute parlamentari, materiali processuali e iconografici – è un importante contributo alla ricostruzione storica del nostro travagliato Secondo dopoguerra.

Il libro si avvale delle preziose prefazioni di Alessandra Kersevan, Lidia Menapace e Pietro Ingrao.

Massimo Recchioni (1959) è il principale promotore della Sezione ceca dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Si dedica ad attività politiche, giornalistiche, socio-culturali e associative. E’ anche autore di “Il tenente Alvaro. La Volanta Rossa” e di “Ultimi fuochi di Resistenza” sempre editi da DeriveApprodi.