lunedì 18 marzo 2013

CONOSCERE IL PASSATO PER COMPRENDERE IL PRESENTE



Ci sono fatti della storia che trovano meno spazio di quello che meritano. Sabato 2 marzo, nell’accogliente cornice della BiblioTrulloteca (ambito da difendere), grazie al lavoro organizzativo della sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” dell'ANPI e a quello storico di Giacomo Scotti e Andrea Martocchia, introdotti e coadiuvati dal segretario della sezione, Sergio Bartolini, e dal vicepresidente provinciale dell’ANPI, Bianca Bracci Torsi, sono tornate alla luce le vicende riguardanti italiani e jugoslavi durante la seconda guerra mondiale. Punto di partenza della discussione a cui hanno assistito oltre cinquanta persone sono stati due saggi, entrambi pubblicati da Odradek Edizioni: "Bono taliano. Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori", di Giacomo Scotti, e "I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata", di Andrea Martocchia.

La retorica nazionalista, spesso sbandierata dal neo-fascismo nostrano per attenuare e coprire le orribili colpe di una nefanda ideologia, ha cercato sempre di oscurare la storia della Jugoslavia con il capitolo delle foibe. Capitolo tragico, è vero, ma estrapolato da un contesto storico che aveva sopportato, precedentemente, tragedie ancora più gravi in termini di vittime. Scotti e Martocchia hanno ricostruito la dimensione umana di quel periodo che, malgrado la guerra e l’odio, esisteva e resisteva nella solidarietà di popoli divisi da confini politici ma vicini nella quotidianità e nella cultura. Questi popoli realizzavano la fratellanza nell’internazionalismo (e viceversa), a dispetto dei feroci nazionalismi che insanguinarono e divisero le genti, ancora oggi vivissimi, con la loro misera logica di porcile più che di cortile. Popoli uniti nella lotta contro la barbarie nazifascista e per la costruzione di una nuova società fatta di libertà, giustizia sociale, democrazia.
Riportare al presente gesti di donne e uomini, in armi o meno, che in quell’epoca rifiutarono il disumano pensiero totalizzante, aiuta a comprendere che la storia non è mai un’unica verità acquisita, molto spesso adottata per convenienza. Mantenere vive le tante memorie del passato, ascoltando persone come Giacomo Scotti e Bianca Bracci Torsi (che la storia l’hanno fatta, oltre che raccontata) può aiutare a rompere il conformismo mortale della dittatura globale, che nascondendosi nella rete, dissimula e semina torti e ragioni, verità e menzogne, nel nome di una trasparenza oscura che ottenebra le ragioni e addormenta le menti.

 G.C.

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