domenica 8 dicembre 2013

CS: LA COSTITUZIONE: “CONOSCERLA PER APPLICARLA, CONOSCERLA PER DIFENDERLA”




CS: LA COSTITUZIONE:
“CONOSCERLA PER APPLICARLA, CONOSCERLA PER DIFENDERLA”

Lunedì 16 dicembre alle ore 18.30 presso l’aula magna della Scuola Collodi in via Massa Marittima 1 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma terrà  un incontro sulla Costituzione.

Ne discutiamo con Fabio Marcelli (giurista), Bianca Bracci Torsi (ANPI Roma), Corrado Oddi (Coord. Romano Acqua Pubblica), Christian De Nicola (Fiom Roma Nord), Roberto Villani (Coord. Scuole Roma), Paolo De Prai (Ass. 31 Ottobre).

La difesa della Costituzione e la sua piena applicazione rappresentano  oggi più che mai uno dei compiti più importanti per ridare dignità al nostro paese e risolvere la crisi sociale. Ribadiamo pertanto la nostra posizione di netta contrarietà ad ogni modifica dell'art.138 della Costituzione ,come alle progettate riforme ove non fossero in coerenza con i principi della prima parte della Costituzione e con la stessa concezione che è alla base della struttura fondamentale della seconda. Netta è anche la contrarietà ai comitati dei "Saggi" costituiti all'esterno del Parlamento.
In questo attacco alla Costituzione ha trovato spazio un'intensa campagna di revisionismo storico  e di  denigrazione della Resistenza portato avanti non solo da organizzazioni esplicitamente fasciste ma anche da esponenti istituzionali di una destra ormai dai caratteri esplicitamente eversivi attraverso tutta una serie di dichiarazioni ed iniziative tese a riabilitare il fascismo  ed  è in questo clima che stanno  crescendo  le aggressioni squadriste  in parecchie  città d'Italia.
Per la difesa della Costituzione ha rilevante importanza la memoria storica perchè senza conoscenza e consapevolezza di quella che fu il regime fascista, l'occupazione nazista e la lotta di liberazione diventa praticabile non solo lo stravolgimento della storia ma di conseguenza anche quello della Carta Costituzionale.

venerdì 8 novembre 2013

Partigiani della Costituzione



Partigiani della Costituzione

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia chiama tutti i cittadini democratici a mobilitarsi e a protestare in tutti i modi possibili contro lo stravolgimento della Carta Costituzionale.

Un parlamento di nominati (con il sistema elettorale  detto “porcellum”) vuole stravolgere la Costituzione sia attraverso una commissione di altrettanti 40 nominati (già 5 di loro sono stati indagati per reati vari) sia scardinando l’articolo 138 della Costituzione. La modifica di tale articolo non è un atto ordinario: rappresenta la demolizione del cardine della nostra Costituzione così come è stata pensata dai costituenti dopo la lotta di liberazione dal nazifascismo.

La Carta Costituzionale  nata dalla Resistenza si fonda su tre pilastri:
·        Lavoro, quando oggi esso è negato, precario o sotto pagato
·        Democrazia, vista sempre più come un costo
·    Laicità, quando i diritti civili sono negati e i privilegi alla Chiesa Cattolica sono quotidiani

Difendere la Costituzione significa mantenere intatti questi principi che sono la base della società !

Attuare la Costituzione significa mobilitarsi affinché questi principi vengano applicati in quanto unica garanzia contro lo sfruttamento .

Difendere e attuare la Costituzione significa impedire la distruzione di quanto si è conquistato  negli ultimi 67 anni di democrazia, di diritti  per il lavoro e  di diritti civili ,tutte cose che oggi ci vengono tolte facendoci regredire ad uno stato di pura sudditanza.
 
L'ANPI non ci sta a queste modifiche perchè sono dannose in quanto aprono la strada al cambiamento della forma di Stato e di Governo in funzione degli interessi dei poteri forti nazionali ed internazionali. L’unica parola che definisce una simile forzatura è golpe bianco; un cambio di regime dall’alto, che avviene alle spalle e sulla testa del paese.


LA COSTITUZIONE VA APLLICATA NON CAMBIATA!

sabato 5 ottobre 2013

LETTERA APERTA SULLA MANIFESTAZIONE “ COSTITUZIONE VIA MAESTRA

LETTERA APERTA SULLA MANIFESTAZIONE “ COSTITUZIONE VIA MAESTRA “

Alla Segreteria Nazionale
Al Comitato Nazionale ANPI
Al Comitato Provinciale Roma e sue sezioni

Apprendiamo con enorme dispiacere della decisione presa dalla Segreteria Nazionale dell'ANPI di non aderire alla manifestazione “ Costituzione via maestra “ indetta per sabato 12 ottobre a Roma in difesa ed applicazione della Costituzione. Non comprendiamo i motivi di una tale decisione e siamo turbati nel constatare che questa decisione sia stata presa da un organismo esecutivo come quello della Segreteria Nazionale e non da un organismo politico come il Comitato Nazionale, un fatto che a nostro avviso rappresenta un stravolgimento dei ruoli degli organi della nostra Associazione.


Non comprendiamo soprattutto il motivo non essendoci contraddizione tra gli obbiettivi che si pone l' ANPI e quelli che pone l'appello per la manifestazione, come viene anche ribadito nel comunicato della Segreteria Nazionale.


Nel discorso del nostro presidente, Carlo Smuraglia, tenuto il 2 giugno a Bologna si afferma la netta opposizione a radicali cambiamenti della Costituzione, la netta opposizione ad ogni ipotesi di presidenzialismo, una ferma contrarietà ad ogni modifica legislativa o di fatto dell'art.138, l'inopportunità del ricorso ad appoggi esterni come il Comitato dei saggi, la mancanza di quei provvedimenti decisivi per il lavoro e lo sviluppo del Paese, le preoccupazioni per le modifiche ai titoli 1,2,3 e 5 .


Non si affermano forse gli stessi principi nell'appello dei promotori della manifestazione del 12?

Non si afferma forse che la politica del nostro paese deve essere orientata dalla Costituzione, che essa non può essere cambiata, a partire dall'articolo 1 che pone il lavoro alla base della vita del nostro Paese, non si pongono come irrinunciabili i valori dell'uguaglianza e della giustizia sociale secondo la proclamazione dell'art.3 e quelli della dignità e dei diritti fondamentali delle persone proclamate dall'art.2, non si afferma forse la contrarietà alla modifica dell'art.138 e al presidenzialismo punta d'iceberg di uno stravolgimento del nostro sistema istituzionale in senso efficientistico-aziendalistico-autoritario?


Non ci convince poi quel ”Non possiamo aderire a iniziative che, pur legittime, prospettano piattaforme politiche programmatiche“ col quale si esprime il timore di equivoci e strumentalizzazioni non già da parte di una formazione politica bensì della possibilità ipotetica che essa si possa formare. Ma la difesa ed attuazione della Costituzione non rappresenta una piattaforma politica?


Il comunicato della Segreteria Nazionale ci invita inoltre “a coinvolgere tutti i cittadini e non solo una parte di essi, a mobilitarsi per informare, chiarire, discutere, con tutti sulle tematiche dei progetti di riforma della Costituzione su cui si stanno impegnando Governo e Parlamento.” E quale migliore occasione quella che vedrà sfilare in corteo decine di migliaia di persone sabato 12 ottobre? Non sono anche loro cittadini? Quindi se dobbiamo rivolgerci a tutti dovremmo essere al loro fianco, oppure il nostro lavoro deve riguardare solo una parte, solo quella che non sarà presente?

Ci viene chiesto di promuovere e partecipare attivamente a tutte le iniziative in difesa della Costituzione contro ogni attacco, da qualunque parte provenga e poi si decide di non partecipare ad una grande manifestazione proprio sul quel tema? Non riusciamo a comprendere la logica di questi ragionamenti.


Il 12 ottobre saremo in piazza ma saremmo stati orgogliosi di andarci con il nostro striscione e le nostre bandiere insieme a quel popolo che crede e si batte per quei valori scaturiti dalla Resistenza senza timore di subire strumentalizzazioni, in quanto forti e consapevoli della nostra autonomia e per affermare che la Costituzione non solo non si tocca ma va rispettata e applicata poiché già nei fatti sta cambiando l'assetto istituzionale con l'introduzione del pareggio di bilancio, con la demolizione del contratto collettivo di lavoro, col sempre più difficile compito di far rispettare il divieto di ricostituzione del partito fascista e l'applicazione del reato di apologia .Fino a quando dovremo assistere a tragiche vicende come quella di centinaia di migranti morti e dispersi nel mare di Lampedusa la cui terribile responsabilità sta in chi in spregio alla Costituzione autorizza la partecipazione in maniera più o meno diretta alle varie guerre e considera queste ancora come strumento di risoluzione delle crisi internazionali?


E' per tutto questo che ci preme invitare il Comitato Nazionale a riflettere, a considerare la situazione di malessere all'interno della nostra Associazione, a riconsiderare la decisione della Segreteria e a dare la sua adesione convinta, partecipata e consapevole alla manifestazione del 12 .


-- Sezione ANPI Franco Bartolini
Trullo-Magliana
sez.anpi.bartolini@gmail.com
www.anpitrullo.blogspot.com
FB: anpi trullo-magliana

PRESENTAZIONE LIBRO “FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO”





CS: PRESENTAZIONE LIBRO
“FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO”

Venerdi 11 ottobre alle ore 18.30 presso la BiblioTrulloteca in via Monte delle Capre 23 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma presenterà il libro:

"FRANCESCO MORANINO. IL COMANDANTE GEMISTO" un processo alla resistenza di Massimo Recchioni, Derive Approdi 2013.

Ne discutiamo con l’autore insieme alla scrittrice e membro del Comitato Nazionale Anpi Lidia Menapace e a Simona Moranino figlia di Francesco Moranino. Introduce Claudio Simbolotti del direttivo della sezione Trullo-Magliana.

La storia del processo al partigiano Francesco Moranino, il comandante «Gemisto», primo parlamentare della storia della Repubblica a subire l’autorizzazione a procedere e all’arresto. Come in molti altri casi, Moranino fu indagato per fatti accaduti durante la guerra di Liberazione solo dopo le elezioni dell’aprile del 1948 che segnarono la sconfitta del Fronte Popolare delle sinistre. Alla fine del processo – istruito e dibattuto da pubblici ministeri e giudici che avevano operato durante il regime fascista – venne condannato all’ergastolo per omicidio plurimo. Per evitare di scontare la condanna dovette espatriare in Cecoslovacchia da dove prese il via la sua straordinaria esperienza di militante comunista internazionalista tra Praga, Berlino Est, Budapest, Cuba, Bucarest.
Il libro di Recchioni contestualizza storicamente gli eventi che furono alla base della condanna di Moranino, inserendoli nel complesso contesto politico della Guerra fredda, spiegando come quella vicenda processuale fosse in realtà la metafora di un processo giudiziario molto più generale che mirava alla criminalizzazione della componente maggioritaria comunista della Resistenza, oltre che a minare la forza organizzativa e la grande autorevolezza di cui il Partito comunista godeva presso ampi strati popolari. Il lavoro di Recchioni – che poggia su una ricchissima documentazione testimoniale recente e inedita di ex partigiani, sugli archivi dei familiari di Moranino, oltre che sui verbali delle sedute parlamentari, materiali processuali e iconografici – è un importante contributo alla ricostruzione storica del nostro travagliato Secondo dopoguerra.

Il libro si avvale delle preziose prefazioni di Alessandra Kersevan, Lidia Menapace e Pietro Ingrao.

Massimo Recchioni (1959) è il principale promotore della Sezione ceca dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Si dedica ad attività politiche, giornalistiche, socio-culturali e associative. E’ anche autore di “Il tenente Alvaro. La Volanta Rossa” e di “Ultimi fuochi di Resistenza” sempre editi da DeriveApprodi.

lunedì 20 maggio 2013

UNA MATTINA MI SON SVEGLIATO...

Sabato 18 c.m. c'è stata una massiccia  e decisa mobilitazione contro i fascisti di Casa Pound calati al Trullo per farla da padroni dopo lo scorno subito la settimana passata quando  se ne sono andati con la coda fra le gambe .
Ci aspettavamo  una loro provocazione   e pertanto  fin dal mattino presto il quartire veniva  presidiato da decine di compagni  impegnati in un volantinaggio e intorno alle 9.30 infatti i novelli fascisti hanno  cominciato ad arrivare alla spicciolata ,la quasi totalità da altre parti di Roma, e spalleggiati da atttivisti e candidati del PdL e  messisi al sicuro dietro   uno schieramento di carabinieri se ne  raggruppavano una trentina ,di questi   solo quattro o cinque  del Trullo e Monte Cucco .Questo manipolo di boriosi  squadristi racimolati all'occasione era guidato dal Consigliere del  PDL  e candidato al Comune di Roma  Ugo Cassone il più fascista tra i fascisti  che, gettatosi addosso allo schieramento dei carabinieri per consegnarsi alla loro presa  ( che disgrazia  se  si fosse aperta una breccia ) ha iniziato a vomitare insulti e provocazioni, mentre alcuni facevano il saluto romano, ai molteplici  antifascisti  del quartiere che nel frattempo erano diventati sempre più  numerosi e determinati ed anche,perchè no , diveriti dalla scenegggiata.

Dopo un paio d'ore di vani tentativi di acquistarsi una legittimità , nell'impossibilità di aprire il banchetto e srotolare il vergognoso vessillo , vistisi circondati da  gente del quartiere ,antifascisti e compagni che gli sventolavano sotto il naso la rossa bandiera   la piccola schiera di nostalgici  mazzieri con lo sgurdo al terzo millennio ha pensato bene di andarsene prima di restare sguarniti della protezione fornitagli , loro malgrado,  da carabinieri , guardia di finanza e auto dei vigili urbani .
Nella piazza restituita alla sovranità antifascista e alla serenità di un sabato mattina di mercato , di famiglie con bambini ,di anziani e giovani allegramente chiacchieranti  restava per quasi ancora due ore il presidio a  testimonianza  della solidarietà popolare e della volontà di contrastare  tutti i fascismi e i  razzismi .
Questi figuri del passato inneggiano a Benito e fanno le "vittime" invocando la democrazia che vorrebbero sopprimere , postando lacrimevoli filmati su presunte aggressioni ai loro pseudo banchetti elettorali,dimentichi dei voluminosi dossier che hanno depositati nelle varie procure d'Italia per ben più gravi reati e piangono quando raccolgono tempesta dopo aver seminato vento.

Questi acari del sindaco AleMagno vengono ricompensati per il loro lurido lavoro di provocatori e mazzieri di piazza , in modo che il loro mandante prossimo ,ex primo cittadino dell'urbe, risulti un campione di democrazia  e ,come cani da muta alla caccia al cinghiale, spingono l'elettore destrorso, incerto,qualunquista e scarsamente idealista tra le fauci dell'usato sicuro Neromanno.
La riprova di ciò è stata la demenziale messa in scena recitata al Trullo in cui lo Scassone di turno ,ovvero il candidato del PdL al Comune ,ruba il " palco "ai concorrenti pariolini inamidati e proprietari di Suv  avventori di una Casa che vorremmo ben presto chiusa come quelle serrate dalla Merlin,tanto sempre di lupanari si tratta.
Di contro una" platea "composta  attenta e  lucidamente determinata ha consigliato gli avventori del terzo millennio di non farneticare menzogne e cercare posti più idonei ,consiglierei i cessi, per le loro attività elettorali , in fondo sempre di merda si tratta , e di usare i  loro tirapugni  per  attività  a loro più congeniali e meno rischiose come le pugnette.

Siamo certi che Caterina" la comunista",al secolo Caterina Cicetti .a cui è stata dedicata la piazza centrale del Trullo , nella quale  i fighettini vestiti di Prada e Armani  hanno rievocato ancora una volta  il loro 25 Aprile con il solito fugone ,avrà gradito la presenza viva dell'antifascismo militante valore fondante della Costituzione repubblican

CasaPound intasca il 5x1000 con l'inganno



I “fascisti del Terzo Millennio” da quattro anni incassano il 5x1000, nonostante sia espressamente vietato dalla legge, grazie alla ONLUS di copertura L’Isola delle Tartarughe

CasaPound ha ricevuto 41 mila euro dalla raccolta del 5x1000 del 2010 e il 2011. I “fascisti del Terzo Millennio” parteciperanno anche alle tornate del 2012 e del 2013, anche se non è ancora dato sapere quanto riceveranno. Oltre ai contributi di un migliaio di italiani, CasaPound ha ricevuto anche i 1800 euro “in dote”, ovvero la somma distribuita proporzionalmente per ogni settore dal meccanismo.

Per legge, ai partiti non spetta il 5 per mille. CasaPound è un’associazione di promozione sociale, ma anche un partito politico che si è candidato alle ultime elezioni politiche, alle regionali laziali e ora sta facendo campagna elettorale per Simone Di Stefano, candidato a sindaco di Roma.

Il decreto legislativo 460 del 1997, detto Legge Zamagni dal nome dell’ex presidente dell’Agenzia per le ONLUS, specifica chiaramente che non si considerano in ogni caso ONLUS i partiti e i movimenti politici. Inoltre, nel decreto del Presidente del Consiglio del 23/04/2010 che aggiorna i parametri per l’accesso al 5 per mille e ai suoi sgravi fiscali non è neppure accennata l’inclusione dei partiti fra i destinatari.

CasaPound ha aggirato la norma con uno stratagemma. Nel lungo elenco dei beneficiari del 5 per mille non si trova il nome del gruppo di estrema destra, ma si trova quello della cooperativa ONLUS a responsabilità limitata L’Isola delle tartarughe.

Il codice Ateco a cui è registrata indica “altre attività di intrattenimento e di divertimento”, nello specifico sagre, mostre, animazione di feste e villaggi, ludoteche, marionette, fuochi d’artificio e stand di tiro a segno. Approfondendo, si scopre che L’Isola delle Tartarughe si prende cura degli emarginati, dagli ex degenti di istituti psichiatrici ai tossicodipendenti, raccogliendo fondi tramite la raccolta differenziata, la tutela delle arti, la consegna pacchi e la vendita di pezzi di ricambio per auto. Il tutto con soli due dipendenti.

Inequivocabilmente, il codice fiscale della ONLUS è 09301381001, lo stesso che campeggia nel sito di CasaPound nello spazio in cui si invita a versare il 5x1000.
Tra l'altro, e probabilmente non a caso, la testuggine è uno dei simboli di CasaPound.
Nella scorsa legislatura, i due senatori del PD Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, avevano mostrato in Parlamento come la cooperativa era chiaramente riconducibile a CasaPound dato che l’amministratore unico Paolo Sebastianelli è uno stretto collaboratore del leader dei neofascisti Gianluca Iannone.
dopo che Alemanno aveva regalato un casale all’Isola delle Tartarughe. Anzi un doppio casale, antico e diroccato, con tre ettari di terreno tutto attorno, confinante con la tenuta di Redicicoli, nel cuore del parco della Marcigliana. Al catasto è segnato come foglio 136, particelle 2-6. Il casale, di proprietà del Comune di Roma dal 2000, è stato ottenuto da una compensazione dalla società Porta di Roma.
Il 24 maggio dello scorso anno, davanti all’ingresso del casale, in via Settebagni 531, viene firmato il verbale con cui il vice capo di Gabinetto del Sindaco di Roma, Antonio Lucarelli,
-ex portavoce di FORZA NUOVA nel 2000, finito sui giornali per alcuni sit-in che esaltavano il fascista austriaco Haider e risse contro gli avversari politici- dispone la consegna del bene a un rappresentante del Dipartimento patrimonio e casa del Comune e, contestualmente, affida il suo uso al rappresentante legale della cooperativa “Isola delle tartarughe onlus”, Paolo Sebastianelli.

Sarà solo una coincidenza, ma proprio il 24 maggio scorso Casapound aveva accettato di essere sgomberata dallo stabile occupato di via Val d’Ala. “Abbiamo raggiunto un accordo per sistemare le trenta famiglie occupanti”, spiega lo stesso giorno alla stampa il vicepresidente di Casapound, Andrea Antonini, comunicando la notizia dell’avvenuto sgombero. Un colpo di scena inaspettato, dopo le pesanti dichiarazioni di Iannone di pochi giorni prima: “Non ce ne andremo mai da via Val d’Ala”. Il verbale firmato davanti al cancello di via dei Settebagni, scritto a mano e protocollato, attesta soltanto l’effettivo passaggio di consegne, con tanto di chiave affidata nelle mani dei nuovi custodi. Ma fa riferimento a un atto precedente con cui l’Assessore al patrimonio aveva ratificato la decisione di affidare alla cooperativa due fabbricati e l’area circostante per circa 30.000 metri quadri. Essendo un’ordinanza emanata non dal Gabinetto del Sindaco, essa non compare nel registro degli atti del Comune. Inoltre non vi è traccia nemmeno del progetto di utilizzazione dell’area che l’Isola delle tartarughe avrebbe dovuto predisporre. L’assegnazione è avvenuta, evidentemente, sulla fiducia, con l’unica precisazione che “i manufatti versano in precarie condizioni statiche e di manutenzione” e che quindi sarà “onere della cooperativa sia eseguire le opere di messa in sicurezza, sia provvedere alla custodia dei beni”. Questa vicenda, tutt’altro che cristallina, è stata denunciata anche dai consiglieri comunali del Partito democratico di Roma, che porteranno tutta la questione all’attenzione della Commissione trasparenza del Comune.
“È del tutto evidente” denunciano Ferrante e Della Seta “che la Giunta del Sindaco di Roma Alemanno non può pensare di amministrare il patrimonio capitolino come se fosse una sua proprietà privata. Non solo Alemanno tarda nel restituire alla collettività i beni confiscati alla mafia, ma l’attuale amministrazione ha finora sistematicamente ignorato le richieste di assegnazione provenienti da realtà associative indiscutibilmente ben più meritorie di quella in oggetto”. L’Isola delle Tartarughe è stata iscritta nell’albo del Ministero dello Sviluppo Economico durante l’ultimo governo Berlusconi. È diventata così una ONLUS di diritto e, una volta avanzata la richiesta per entrare nel 5 per mille, è stata automaticamente inclusa senza che l’Agenzia delle Entrate potesse intervenire.
Grazie ai 27.352,61 euro raccolti nel 2011, il doppio dell’anno precedente, CasaPound è al posto 1009 nella classifica delle associazioni più foraggiate, prima del Soccorso degli Alpini, della Fondazione Intesa San Paolo e della Fondazione Teatro la Fenice.

Fonti: HuffingtonPost; RomaCapitale.net.

venerdì 3 maggio 2013

Da non dimenticare mai: Forte Bravetta

Il cielo plumbeo sembra conformarsi alla sobria austerità del luogo.
Forte Bravetta è una tappa indelebile nel percorso della Liberazione e della rinascita democratica dell’Italia. In questo sito l’arroganza criminale del fascismo di mussoliniana memoria, la follia senza appello del germanico nazismo d’occupazione e in piccola parte, la quasi inevitabile ed eccezionale giustizia anglo-americana, anch’essa d’occupazione, giustiziarono giusti e aguzzini, partigiani e pochi loro persecutori, reintroducendo con legge ad personam, cara anche a qualche basso imitatore odierno del mascellone calvo, la pena di morte in Italia, in primis con l’istituzione del Tribunale speciale per la cosiddetta difesa dello Stato- ovviamente fascista, estendendola poi anche nella giustizia ordinaria. E quando un sistema o peggio ancora un regime, come fu quello nato dalla marcia su Roma del ’22, rievocata dopo 90 anni dall’imbonitore di piazza di turno, deve ricorrere a strumenti estremi per imporre la propria politica, vuol dire che ha già fallito la propria missione e solo violenza e repressione possono farlo sopravvivere all’inevitabile fine. Questo fu Forte Bravetta, le cui iniziali FB ricordano un social network di oggi, nomi e persone dimenticate per anni dalla cattiva coscienza dei posteri e che ancor oggi aspettano un riconoscimento, un nome inciso su una lapide. Tanti dei morti fucilati per crimini che in gran parte non chiuderebbero le porte del paradiso, non sono menzionati, vite dimenticate nel sacrificio di una repubblica ingrata e nata dal loro sangue. La sezione ANPI “Franco Bartolini” di Magliana-Trullo ha voluto ricordarli il 20 aprile, con una visita guidata fino all’interno dei locali del Forte, eccezionalmente aperti per l’occasione, ponendo per il momento una simbolica targa sul terrapieno delle esecuzioni, arricchendo l’evento con gli interventi degli storici Dario Scatolini e Augusto Pompeo, autore di un toccante libro-verità su Forte Bravetta.
Confortante la partecipazione della gente, di ogni fascia di età, segnale che il sapere è ancora un valore sentito, malgrado la massiccia disinformazione massificata della comunicazione, che inondandoci di spazzatura odierna, cerca di sotterrare le verità scomode del passato, con cui l’Italia non ha mai fatto i conti.
Ricordare queste pagine della nostra storia, è un vaccino contro il ciclico affiorare di gruppi di imbecilli, marionette manovrate da chi ha altri fini, che scimmiottano fascismi andati. Seminando la verità su chi erano e su quello che hanno causato orbaci e camicie nere, renderà impraticabile l’opera di falsità, di revisionismo e di tentazioni di distinguo manicheo di nuove stelle e vecchi piduisti, di nostalgici cretini e manovalanze prezzolate.  

lunedì 22 aprile 2013

25 APRILE...ORA E SEMPRE RESISTENZA





IL 25 APRILE DELL’ANTIFASCISMO E DELLA COSTITUZIONE PER LA DEMOCRAZIA E I DIRITTI

Il 25 aprile è festa di popolo, un popolo oggi più che mai offeso ed umiliato dalla crisi economica, dalla negazione dei diritti, in particolare di quelli civili e sociali che portano all’acutizzarsi di diseguaglianze e ingiustizie che sanciscono l’amara consapevolezza di quanto più grave sia la crisi di valori, quale  crisi della democrazia.
L’ANPI denuncia con consapevole preoccupazione il distacco progressivo, ed in taluni casi mirato, dal dettato costituzionale, che è causa primaria dello scenario che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi. La paralisi delle istituzioni repubblicane e l’impossibilità per il popolo di esercitare la propria sovranità e far valere i propri diritti richiedono una decisa assunzione di responsabilità da parte di tutti con forte spirito critico ma propositivo.
L’Italia non merita lo svilimento cui è costretta, gli Italiani non possono tollerare i tanti fatti che oltraggiano la storia di un Paese che per la Cultura, per  valori fondanti del vivere comune, del’uguaglianza, della giustizia intere generazioni hanno combattuto, dato la vita e hanno sperato di consegnare al domani condizioni migliori di quelle che viviamo oggi.
Roma città medaglia d’oro della resistenza non può subire supinamente l’arroganza e l’inutilità cui è stata costretta in questi anni, non può continuare a tollerare la violenza e gli atti di squadrismo di chiaro stampo fascista, non può permettere la mistificazione della storia e della Memoria, perché ha un’eredità importante da difendere, quella degli uomini e delle donne che l’8 settembre di quasi 70 anni fa scelsero di sacrificare se stessi, i propri affetti, il proprio futuro per darne uno migliore alle generazioni che sarebbero venute dopo. Riteniamoci degni di questa eredità perché non sia reso vano il sacrificio di chi è venuto prima di noi e per continuare a dare la speranza a chi verrà dopo.
Chiamiamo tutti ad una grande mobilitazione di Piazza che cominci il 25 aprile perché Festa della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo e continui sino al raggiungimento di quell’obiettivo non ancora raggiunto, ovvero la piena attuazione della Costituzione nata dalla resistenza.

L’appuntamento per tutti è la mattina del 25 aprile ad Arco di Costantino (Colosseo) ore 9.30 per giungere in Corteo a Porta S. Paolo.

lunedì 8 aprile 2013

VISITA GUIDATA CON PRESENTAZIONE DEL LIBRIO “FORTE BRAVETTA. UNA FABBRICA DI MORTE”





CS: VISITA GUIDATA CON PRESENTAZIONE DEL LIBRIO
“FORTE BRAVETTA. UNA FABBRICA DI MORTE”
 
In occasione del 70° anniversario della resistenza Sabato 20 aprile alle ore 10 presso Forte Bravetta, via di Bravetta 739, che sarà aperto al pubblico per l’occasione, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma effettuerà la visita guidata con la presentazione del libro:

"FORTE BRAVETTA" una fabbrica di morte dal fascismo al primo dopoguerra di Augusto Pompeo, Odradek Edizioni

Ne discutiamo con l’autore ed il ricercatore Dario Scatolini insieme al presidente provinciale ANPI Roma Francesco Polcaro. Introduce il segretario della sezione Trullo-Magliana Michele Addonizio.


Il Forte Bravetta per anni è stato un luogo sconosciuto alla maggioranza dei romani, nascosto, dentro un parco. Quasi volesse mitigare il dolore che custodiva. Era l’ultima tappa di un percorso che accomunava molte persone durante l'occupazione tedesca della capitale: quelle che avevano scelto la strada della Resistenza, che passava spesso per Via Tasso, per Regina Coeli e si concludeva al Forte in cui avvenivano le fucilazioni. Forte Bravetta, uno dei tanti forti militari che circondano Roma, è tristemente noto per avere ospitato, su un terrapieno posto al suo interno, le condanne a morte eseguite nella città di Roma dal 1932 fino al 1945. I condannati erano rinchiusi, prima di essere condotti al forte, nel carcere romano di Regina Coeli, e tutti poi fucilati alla schiena come traditori, come voleva il codice penale fascista. Le condanne considerate sono complessivamente centotrenta, delle quali cinquanta eseguite fino all'8 settembre 1943, su sentenze del Tribunale speciale per la Difesa dello Stato; settanta durante i nove mesi di occupazione tedesca, su ordine delle autorità tedesche e dieci dopo la Liberazione, su sentenze di tribunali italiani e angloamericani.
L'autore ha ricostruito le vicende di coloro che terminarono la loro vita all'interno del forte sulla base di documenti (fotografie, resoconti della polizia, relazioni dei questori, lettere dei condannati e dei loro congiunti) e di interviste a testimoni di quei tragici eventi relativi a un arco di tempo di grande importanza per la storia d'Italia: l'ascesa e l'affermazione del fascismo, la Seconda guerra mondiale, la Resistenza e la Liberazione.


Augusto Pompeo (Roma 1945) Archivista di Stato, è titolare della cattedra di Archivistica contemporanea presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Roma. È autore di pubblicazioni di storia e di storia delle istituzioni moderne e contemporanee e collabora con il Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma e del Lazio.
Dario Scatolini studioso di storia ha collaborato alla ricerca per la realizzazione del libro.

martedì 26 marzo 2013

Dalla presentazione di sabato 2 marzo 2013

Con molto piacere pubblichiamo la poesia inedita che lo scrittore e storico Giacomo Scotti ha recitato durante la presentazione dei libri "bono taliano" e "partigiani jugoslavi nella resistenza italiana" e che ci ha gentilmente concesso. a questo indirizzo trovate l'audio dell'iniziativa.



lunedì 18 marzo 2013

CONOSCERE IL PASSATO PER COMPRENDERE IL PRESENTE



Ci sono fatti della storia che trovano meno spazio di quello che meritano. Sabato 2 marzo, nell’accogliente cornice della BiblioTrulloteca (ambito da difendere), grazie al lavoro organizzativo della sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” dell'ANPI e a quello storico di Giacomo Scotti e Andrea Martocchia, introdotti e coadiuvati dal segretario della sezione, Sergio Bartolini, e dal vicepresidente provinciale dell’ANPI, Bianca Bracci Torsi, sono tornate alla luce le vicende riguardanti italiani e jugoslavi durante la seconda guerra mondiale. Punto di partenza della discussione a cui hanno assistito oltre cinquanta persone sono stati due saggi, entrambi pubblicati da Odradek Edizioni: "Bono taliano. Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori", di Giacomo Scotti, e "I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata", di Andrea Martocchia.

mercoledì 6 marzo 2013

HUGO CHAVEZ, HASTA SIEMPRE COMANDANTE


Dopo due anni di lotta contro il cancro alle 16,25 ora locale il presidente internazionalista è deceduto a seguito di un'infezione respiratoria. Dall'11 dicembre, operato per la quarta volta a Cuba, non si presentava in pubblico. Per il vicepresidente Nicolas Manduro è stato ucciso come il leader paestinese Yasser Arafat, e nel discorso alle tv chiude con un "Che viva Chavez"

martedì 12 febbraio 2013

DALL’OCCUPAZIONE NAZIFASCISTA DEI BALCANI ALLA RESISTENZA DEGLI JUGOSLAVI IN ITALIA


CS: PRESENTAZIONE LIBRI
“DALL’OCCUPAZIONE NAZIFASCISTA DEI BALCANI
ALLA RESISTENZA DEGLI  JUGOSLAVI IN ITALIA”

Sabato 2 marzo alle ore 17 presso la BiblioTrulloteca in via Monte delle Capre 23 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma presenterà i libri:

"BONO TALIANO" militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori di Giacomo Scotti, Odradek Edizioni

"I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA" storie e memorie di una vicenda ignorata di Andrea Martocchia, Odradek Edizioni

Ne discutiamo con gli autori insieme alla vicepresidente provinciale ANPI Roma Bianca Bracci Torsi. Introduce il presidente della sezione Trullo-Magliana Sergio Bartolini.

Sarà allestita la mostra Testa per Dente sui crimini fascisti in Jugoslavia.

Quali sono stati i motivi per cui già prima dell'8 settembre più di mille italiani disertarono dalle file dell'esercito di occupazione in Jugoslavia e passarono volontariamente nelle file dell’armata dei partigiani di Tito, mostrando il legame che si sarebbe sviluppato poi tra le due resistenze. Oltre quarantamila furono gli italiani che, sopravvissuti ai massacri e non cedendo alle intimazioni di resa da parte dei tedeschi dopo l’8 settembre, si unirono ai partigiani jugoslavi, combattendo in Montenegro e in tutte le altre regioni del paese, dando prova di valore e conquistandosi la fiducia, l’affetto dei compagni d’arme e delle popolazioni locali contribuendo risolutamente alla liberazione di quel territorio dall'occupazione nazifascista. Ventimila di essi caddero, riscattando con il sangue – non è retorica il dirlo – le infamie dell’aggressione e della repressione fascista.
E che ci facevano questi Jugoslavi in Italia? Non erano certo invasori. Questi jugoslavi erano i prigionieri rinchiusi nei quasi duecento campi di detenzione fascisti in Italia fino all'8 Settembre del 1943 e che, una volta liberatisi, dettero un contributo efficace e decisivo alla Resistenza antifascista e antinazista italiana, irradiandosi dalla Toscana, all'Umbria, alle Marche, all'Abruzzo fino alla Puglia. Gli evasi jugoslavi dai lager della penisola animarono la lotta di Liberazione proprio nelle sue prime fasi lungo la dorsale appenninica, con episodi rilevanti, soprattutto in Umbria e nelle Marche, lasciando sul campo più di mille tra morti e dispersi. Qui gli “slavi” - già esperti di guerriglia e fortemente motivati alla lotta antifascista per quanto avevano subito nelle loro terre - furono presenti ovunque, costituirono proprie formazioni e presero parte alle azioni più importanti.

GIACOMO SCOTTI (Saviano 1928), stabilitosi nel 1947 in Jugoslavia, cominciò a lavorare a Fiume nella redazione del quotidiano «La Voce del Popolo», dove ha svolto per alcuni decenni la sua attività giornalistica. Dal 1982 si muove fra l’Italia e Balcani. Ha pubblicato numerose opere riguardanti la lotta antifascista e di liberazione jugoslava, tra cui: Quelli della montagna (in collab. con R. Giacuzzo, 1972); Il battaglione degli “straccioni” (1974), Ventimila Caduti (1970); “Rossa una stella” (con L. Giuricin, 1976); I “disertori” (1980); Gli alpini dell’Intra in Jugoslavia (1984); Juris,juris! All’attacco (1984); Le aquile delle montagne nere (con L. Viazzi, 1987); L’inutile vittoria (con L. Viazzi, 1989) e numerosi altri, fino al 2009. Per le sue opere ha ricevuto vari premi in Jugoslavia e in Italia, per la diffusione della letteratura italiana all’estero.

ANDREA MARTOCCHIA (Roma, 1969), Dottore di Ricerca in Fisica, attualmente si occupa di storia dell'astronomia, astrofisica, fisica acustica e ambientale. Studioso di storia dei paesi slavi, ha scritto numerosi saggi sulla storia recente dei Balcani e in particolare delle repubbliche jugoslave.