CS: PRESENTAZIONE LIBRI
“DALL’OCCUPAZIONE NAZIFASCISTA DEI
BALCANI
ALLA RESISTENZA DEGLI JUGOSLAVI IN ITALIA”
Sabato 2 marzo alle ore 17 presso la BiblioTrulloteca in via Monte delle Capre 23 l’Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia sezione
Trullo-Magliana “Franco Bartolini” di Roma presenterà i libri:
"BONO TALIANO" militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori di Giacomo Scotti, Odradek Edizioni
"I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA
ITALIANA" storie e memorie di una vicenda ignorata di Andrea Martocchia, Odradek Edizioni
Ne
discutiamo con gli autori insieme
alla vicepresidente provinciale ANPI
Roma Bianca Bracci Torsi. Introduce
il presidente della sezione Trullo-Magliana Sergio Bartolini.
Sarà
allestita la mostra Testa per Dente sui crimini fascisti in Jugoslavia.
Quali sono stati i motivi per cui già prima dell'8
settembre più di mille italiani disertarono dalle file dell'esercito di
occupazione in Jugoslavia e passarono volontariamente nelle file dell’armata
dei partigiani di Tito, mostrando il legame che si sarebbe sviluppato poi tra
le due resistenze. Oltre quarantamila furono gli italiani che, sopravvissuti ai
massacri e non cedendo alle intimazioni di resa da parte dei tedeschi dopo l’8
settembre, si unirono ai partigiani jugoslavi, combattendo in Montenegro e in
tutte le altre regioni del paese, dando prova di valore e conquistandosi la
fiducia, l’affetto dei compagni d’arme e delle popolazioni locali contribuendo
risolutamente alla liberazione di quel territorio dall'occupazione nazifascista.
Ventimila di essi caddero, riscattando con il sangue – non è retorica il dirlo
– le infamie dell’aggressione e della repressione fascista.
E che ci facevano questi Jugoslavi in Italia? Non erano
certo invasori. Questi jugoslavi erano i prigionieri rinchiusi nei quasi
duecento campi di detenzione fascisti in Italia fino all'8 Settembre del 1943 e
che, una volta liberatisi, dettero un contributo efficace e decisivo alla
Resistenza antifascista e antinazista italiana, irradiandosi dalla Toscana,
all'Umbria, alle Marche, all'Abruzzo fino alla Puglia.
Gli evasi jugoslavi dai lager della penisola animarono la lotta di Liberazione
proprio nelle sue prime fasi lungo la dorsale appenninica, con episodi
rilevanti, soprattutto in Umbria e nelle Marche, lasciando sul campo più di
mille tra morti e dispersi. Qui gli “slavi” - già esperti di guerriglia e
fortemente motivati alla lotta antifascista per quanto avevano subito nelle
loro terre - furono presenti ovunque, costituirono proprie formazioni e presero
parte alle azioni più importanti.
GIACOMO SCOTTI (Saviano 1928), stabilitosi nel 1947 in Jugoslavia,
cominciò a lavorare a Fiume nella redazione del quotidiano «La Voce del Popolo», dove ha
svolto per alcuni decenni la sua attività giornalistica. Dal 1982 si muove fra
l’Italia e Balcani. Ha pubblicato numerose opere riguardanti la lotta
antifascista e di liberazione jugoslava, tra cui: Quelli della montagna (in
collab. con R. Giacuzzo, 1972); Il battaglione degli “straccioni” (1974),
Ventimila Caduti (1970); “Rossa una stella” (con L. Giuricin, 1976); I
“disertori” (1980); Gli alpini dell’Intra in Jugoslavia (1984); Juris,juris!
All’attacco (1984); Le aquile delle montagne nere (con L. Viazzi, 1987);
L’inutile vittoria (con L. Viazzi, 1989) e numerosi altri, fino al 2009. Per le
sue opere ha ricevuto vari premi in Jugoslavia e in Italia, per la diffusione
della letteratura italiana all’estero.
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