martedì 22 febbraio 2011

15° congresso provinciale anpi roma e lazio

Di seguito il documento approvato dal congresso provinciale anpi di roma e lazio in ottemperanza agli emendamenti presentati dalle sezioni.




Documento politico-programmatico per il
15° Congresso Nazionale dell’ANPI


La crisi economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando è parte di quella più generale che pervade l’intero pianeta. In particolare per l’Italia, quindici anni di Governo Berlusconi hanno portato il Paese a partecipare alle varie guerre in atto nel mondo; approvato leggi razziste e xenofobe, dando volutamente spazio ad una cultura fascista e favorendo la riorganizzazione di movimenti facenti riferimento al passato regime; suggellato il rapporto tra politica ed affari; aggravato il progressivo disastro ambientale; dato spazio ad uno scontro nel paese tra nord e sud, favorendo tutti i piani separatisti della Lega Nord. È necessario che la risposta avvenga in modo unitario fra tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea di cui, ricordiamo, l’Italia è stata fondatrice dopo la fine di quella epocale tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. Anche a questo fine è quindi doverosa la promozione di una positiva unità antifascista europea che l’emergere e il rafforzarsi di organizzazioni di stampo fascista e xenofobo, in questi anni anche in Paesi dell’Europa orientale dove la Liberazione dai nazifascismi sembrava aver sradicato per sempre tale fenomeno, rendono necessaria e ineludibile. Fin dal 2008 l’ANPI ha evidenziato la gravità della situazione e il suo forte impatto sui lavoratori, le loro famiglie e i giovani e le donne in particolare: i più colpiti dalla disoccupazione e dai drammatici effetti del precariato che nega sicurezza e possibilità di costruirsi progetti di vita. Abbiamo posto in luce, nel contempo, l’irresponsabilità dell’attuale governo che ha minimizzato la crisi, evitando di assumere tutti i provvedimenti necessari a fronteggiarla.
Favorito da queste nefaste e assenti politiche del governo, oltre che dall’utilizzo spregiudicato, cinico e irresponsabile della crisi, forte come non mai nel passato è oggi l’attacco al potere ed alla funzione costituzionale del sindacato nei luoghi di lavoro e nella società tale che si consente che contratti di lavoro di milioni di lavoratori non siano rinnovati. Si opera, da parte delle stesse destre al governo, per la divisione sindacale oltre che per favorire soluzioni alle vertenze unilaterali e non contrattate con i sindacati, talché i diritti dei lavoratori vengono ridotti quando non negati.
L’ANPI e l’antifascismo, mentre denunciano tutto ciò, sono in campo a difesa della funzione del sindacato, fattore essenziale e costitutivo della democrazia repubblicana.


Autoritarismo e populismo stravolgono la democrazia repubblicana

Per responsabilità delle destre e della Lega Nord, in primo luogo per l’impulso di politiche governative autoritarie e populiste e con l’ausilio di una vera e propria offensiva culturale - esercitata innanzitutto attraverso il monopolio berlusconiano sull’editoria e sulla televisione privata e il controllo di gran parte di quella pubblica – la stessa identità politica dell’Italia di Repubblica parlamentare si sta trasformando secondo un disegno volto a dar luogo ad un potere governativo autoritario prevaricatore degli altri poteri e per sottrarlo ad ogni equilibrio costituzionale a partire da quello stesso di garanzia del Presidente della Repubblica. Siamo inoltre in presenza di una forte campagna revisionistica che tende a rivalutare azioni e figure di un nostro oscuro passato che si è espressa anche con il ripetuto tentativo di equiparare i repubblichini con i partigiani, lasciando lo spazio in più occasioni a formazioni o gruppi di evidente appartenenza ad ideologie neo fasciste e neo naziste per manifestazioni pubbliche senza che ci fosse la necessaria presa di distanza degli organi democratici eletti lasciando adito a connivenze con tali settori antidemocratici.
A fronte di questa situazione, l’ANPI rivendica la propria natura di Associazione custode della vicenda storica attraverso la quale il nostro Paese - che ha vissuto l’esperienza autoritaria e violenta della dittatura fascista e che, per quattro dei sei anni di guerra, è stato a fianco del nazismo - ha saputo ritrovare la via di un “ritorno alla ragione” che ha consentito di mutare la propria identità passando dal totalitarismo alla democrazia. È in questa motivazione profonda che le forze antifasciste trovarono la ragione di una unità che ha consentito la realizzazione di due grandi obiettivi: il mutamento della forma istituzionale dello Stato da monarchia a Repubblica e l’elaborazione e l’approvazione, a larghissima maggioranza, della Costituzione. Un percorso di liberazione tuttavia che va completato attraverso la proposizione di quella verità storica negata. Da un lato sono state rimosse le responsabilità dei crimini di guerra del Regio Esercito e delle gerarchie militari  durante l’occupazione dei Balcani e dell’Africa, responsabilità  del tutto simili a quelle della Germania Nazista; dall’altra è mancata  la  volontà di defascistizzare gli organi di uno Stato che nel campo amministrativo e giuridico ha  dimostrato una continuità con quello fascista. Anche per questo vanno contrastati e sconfitti i reiterati tentativi revisionisti di equiparazione fra Partigiani e Repubblichini.

Difesa e attuazione dei principi costituzionali

Entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, la Costituzione afferma valori, principi, regole e obblighi che definiscono con chiarezza la nuova identità politica e sociale della nostra Patria: il lavoro come fondamento della Repubblica; la sovranità che appartiene al popolo il quale la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione; l'indipendenza dello Stato laico dalla Chiesa cattolica e dalle altre confessioni religiose, tutte ugualmente libere di esprimersi e organizzarsi nei limiti dell'ordinamento giuridico italiano; i diritti inviolabili di ogni persona umana; l’eguaglianza e la coesione sociale che devono essere promosse dalla Repubblica attraverso la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione dei cittadini e dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; la libertà dell’iniziativa economica privata che deve svolgersi nel rispetto dell’interesse collettivo e senza recare danno alla libertà, alla sicurezza e alla dignità umana; il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; il consenso alle limitazioni di sovranità necessarie, a condizione di reciprocità, per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni; l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Sono questi principi inderogabili che vengono posti a fondamento dell’essenza repubblicana nei primi dodici articoli della Costituzione oltre che negli articoli dal 13° al 54°, riguardanti i diritti e i doveri dei cittadini. Inoltre la Costituzione prevede altresì le istituzioni di garanzia: dalle prerogative del Presidente della Repubblica,  alla funzione della Corte Costituzionale, ai compiti della magistratura come istituzione autonoma e indipendente.
Le leggi “ad personam” concepite con l’unico scopo di giovare alla tutela giudiziaria del Presidente del Consiglio; le pressioni occulte per influenzare le decisioni degli organismi di garanzia; l’improponibile richiesta di dimissioni del Presidente della Camera; il ricorso anticipato alle urne usato come minaccia; l’attacco alla magistratura come “istituzione politicizzata” portato anche a livello legislativo e con un forte tambureggiamento mediatico;  gli attentati alla libertà di informazione, sono questi i più chiari segni di quel mutamento del regime democratico, incompatibile con la Costituzione, stigmatizzato da tutti i maggiori esponenti della cultura italiana. Va infine ribadito con forza che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (art. 54 della Costituzione), anche laddove non si configuri il reato penale.

La destra in Italia

Di fatto, in Italia, contrariamente al resto dell’Europa, non si  è ancora costituita in termini significativi una destra conservatrice che si rifaccia alla Costituzione Repubblicana.
Le forze monarchiche e liberali, presenti nei CLN, si sono sciolte o sono progressivamente confluite in un blocco che ha posto al centro della sua azione l’attacco alla Costituzione e ai diritti civili e sociali che l’hanno resa operante. Questo stesso blocco non ha esitato ad avvalersi del sostegno e della collaborazione di organizzazioni di stampo neofascista e neonazista, come dimostrato dalle scelte elettorali passate di Forza Italia e Alleanza Nazionale, e oggi da PDL e Lega, che accolgono al proprio interno e nelle loro liste noti esponenti della destra radicale già condannati per gravi reati.
Tale situazione rende sempre più necessaria un’intesa fra tutte le forze democratiche al fine di superare e rimuovere la china verso la quale l’Italia sta andando. Questa è la priorità assoluta alla quale deve ispirarsi – mediante concrete prese di posizione, scelte politiche e battaglie sociali e culturali - la parte più consapevole del popolo e soprattutto le giovani generazioni, nell’interesse dell’intera nostra comunità.

Salvaguardare l’identità costituzionale e democratica dell’Italia

Scongiurato questo pericolo, si renderà possibile ritornare a un dialettico e normale confronto di idee e di programmi nell’ambito di un ritrovato clima di rispetto e di attuazione dei principi costituzionali. Sarebbe invece del tutto negativo che le diversità di visioni politiche e programmatiche fra le forze in campo in una democrazia compiuta divenissero veicolo di una pericolosa deriva autoritaria.



Ciò che chiediamo all’opposizione antifascista e democratica

Per sventare e battere questo pericolo, l’ANPI sollecita ancora una volta l’opposizione politica e parlamentare - a partire dalle forze antifasciste - a svolgere la sua preziosa e indispensabile funzione in Parlamento e nel Paese in modo più efficace e incisivo, facendosi più consapevole della grave sfida in atto contro la democrazia, e a rendersi più vicina ai cittadini ed ai lavoratori e più capace di interpretare e rappresentare le loro impellenti necessità. Va evitata la rincorsa delle opposizioni di centrosinistra allle politiche securitarie, agli interessi   degli imprenditori e del mercato sopra ogni cosa, perché questo  ha giovato  al disegno autoritario e neocorporativo del Governo Berlusconi. Per tutto ciò occorre porre al bando le persistenti, irriducibili e laceranti divisioni foriere di impotenza politica e dar luogo a scelte di unità e collaborazione richieste in modo sempre più pressante da ampi settori dell’opinione pubblica ed innanzitutto da milioni di antifascisti e democratici.

Battaglie nazionali dell’ANPI

►Riforma della legge elettorale

Necessaria e urgente è una riforma della legge elettorale ad impostazione proporzionale coerente con il dettato costituzionale e in materia di diritti politici dei cittadini affinché gli elettori, fin dal prossimo Parlamento, possano scegliere con libertà i propri rappresentanti da eleggere alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica.

►Per la giustizia

Ci battiamo per una giustizia fondata sul principio dell’uguaglianza dei cittadini senza alcun contenuto o intento vendicativo della legge e per una magistratura autonoma e indipendente sostenuta adeguatamente dallo Stato, decisiva per assicurare il diritto alla giustizia e alla sicurezza dei cittadini e per rendere sempre più adeguata e vincente la battaglia alla mafia ed ai poteri criminali. Basta con le leggi ad personam! Basta con il segreto di stato che è servito a coprire i mandanti delle stragi fasciste e mafiose. Basta con gli “armadi della vergogna”, vogliamo sapere la verità!

No al razzismo, alla xenofobia,  al fascismo e all’omofobia

Ogni anno milioni di uomini e donne, in un mondo in cui si muore di fame, lasciano i loro Paesi in cerca di una vita migliore costretti dalle guerre e della dittatura economica delle multinazionali,  il cui scopo è anche quello di  disporre di  milioni di uomini e donne senza diritti. Anche in Italia l’immigrazione è una grande questione nazionale da affrontare con adeguate politiche strutturali e di accoglienza e integrazione, abolendo il reato di clandestinità ed i CIE e non invece, come avviene ad opera delle destre e della Lega nord al governo, con visioni di mero ordine pubblico che alimentano esasperazioni e paure, e strumentalizzano per fini elettoralistici gli stessi bisogni di sicurezza dei cittadini.
Si negano così i diritti degli immigrati, quelli stessi garantiti dalla Costituzione. Risoluta è l’opposizione dell’ANPI al razzismo e alla xenofobia come dimostrato nella grande manifestazione nazionale che l’Associazione ha promosso e realizzato, su questi temi, a Mirano (VE) il 12 dicembre 2009.
In questa battaglia politica e culturale, l’ANPI e l’antifascismo devono essere in campo quali essenziali punti di riferimento e per far pesare: la storia d’Italia quale Paese di grande emigrazione; la dura lezione delle famigerate leggi razziali del fascismo e, non di meno, la luminosa lezione che deriva dalla significativa partecipazione di tanti antifascisti stranieri alla Resistenza italiana e il contributo di tanti militari delle truppe alleate alla liberazione del Paese.
Diamo vita ad una campagna per la reale messa al bando di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste, che sempre più si diffondono nel nostro paese spesso grazie ad amministratori compiacenti mascherati da politici democratici, i cui militanti si macchiano di atteggiamenti omofobici e di violenze e aggressioni contro studenti, antifascisti ed immigrati.


►L’Unità Nazionale non si tocca

L’unità dell’Italia riconquistata dalla Resistenza è un bene irrinunciabile per il presente ed il futuro del Paese.
L’ANPI è contro il secessionismo leghista ammantato di federalismo e contro politiche governative ad esso corrive ma, al tempo stesso, esasperatamente centraliste e taglieggiatrici dei poteri locali e regionali e delle loro risorse finanziarie necessarie per le politiche sociali.
Contemporaneamente ribadisce la necessità imprescindibile del rispetto e dell’attuazione del dettato costituzionale in materia di autonomie locali

►Liberiamo l’Italia dalla “questione morale”.
    Sia regolato il conflitto d’interessi

Forte è la preoccupazione per il persistere e l’acuirsi di una questione morale che investe responsabilità di governo nazionali e locali, i partiti e la politica, oltre che alte responsabilità della stessa Pubblica Amministrazione come mai nel passato era accaduto.
Debellare la corruzione, renderla estranea al Parlamento, ai governi nazionali e locali, alle istituzioni, alla pubblica amministrazione, ai partiti ed alla politica, è una urgente necessità, per un’Italia pulita e più giusta nell’economia e nella vita civile.
Liberare l’Italia dalla questione morale, contrastare con efficacia l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa, regolare il conflitto d’interessi con norme di legge rigorose, è condizione necessaria anche per una rigenerazione e per il rinnovamento dei partiti e della politica.
Dall’esito di questa battaglia dipende il futuro della democrazia e la stessa possibilità di contrastare e vincere i pericolosi orientamenti populisti, di antipolitica, di ostilità e diffidenza verso i partiti e le istituzioni e i poteri pubblici democratici, presenti in settori dell’opinione pubblica dai quali emerge lo smarrimento della nozione stessa di “bene comune” oltre che la necessità di salvaguardare e rafforzare la convivenza civile e la coesione sociale che la Costituzione invece tutela come beni irrinunciabili.

Scuola, Università, Ricerca Scientifica e Tecnologica

La scuola, in tutti i suoi gradi, da quella per l’infanzia all’Università, è ormai ridotta ad una sorta di “fabbrica” del precariato. Penalizzati sono nel contempo insegnanti e studenti. Da un’istruzione di qualità deriva il futuro economico e civile del Paese ed è per questo che deve essere dato il massimo sostegno all’istruzione pubblica (scuola ed università) a partire dall’aumento dei fondi e delle risorse. Più nessun centesimo invece deve essere regalato alle scuole private (art. 9 e 37 Cost.). E per lo stesso principio non possono essere tentate operazioni per la progressiva privatizzazione della scuola pubblica con l'ingresso di imprese private negli organi collegiali e col de potenziamento degli stessi.
Un investimento pari alle più avanzate economie Europee, in ricerca scientifica e tecnologica. Ricerca fondata su Università pubbliche accessibili a tutti, in cui non ci sia spazio per speculazioni privatistiche (Fondazioni) ed orientata perciò al benessere della collettività prima che al profitto. Con un adeguato spazio alla ricerca di base, a quella medica sganciata dagli interessi delle multinazionali farmaceutiche, a quella sulle energie rinnovabili per uno sviluppo industriale ecocompatibile.
L’ANPI ribadisce la necessità di un insegnamento più strutturato e rigoroso della storia dell’Antifascismo e della Resistenza, fondativi della Carta Costituzionale. Il consolidamento della democrazia passa anche dalla formazione di cittadini consapevoli della propria storia, in particolare quindi di quella che ha prodotto la democrazia, con dispendio di sacrifici e sangue, e con un investimento adeguato di idee, progetti e responsabilità.

►Giovani e lavoro. Sicurezza sul lavoro

È agli occhi di tutti lo svilimento in atto nel lavoro, come diritto di ogni cittadino, sempre più carente e privato di tutele, oltre che di centralità e dignità. I più colpiti sono i giovani, condannati al precariato e alla disoccupazione. Uno su tre è senza lavoro. Per uscire da questa situazione bisogna cancellare tutte le numerose forme di contratti precari, ad iniziare dalla  legge 30, che non garantiscono nessun diritto a milioni di giovani e meno giovani. Rifiutiamo in maniera massiccia il ddl sul Collegato lavoro che peggiora ulteriormente le condizioni dei lavoratori/trici.
Per non parlare del fenomeno troppo diffuso degli incidenti e dei morti sul lavoro che denunciano una grave inapplicazione delle regole. Il lavoro diviene in questi casi una rischiosa avventura nel buio. Per questo è necessario ripristinare i controlli sui luoghi di lavoro come strumento di prevenzione, investendo risorse sull'assunzione e sulla preparazione degli ispettori invertendo l'attuale politica di tagli generalizzati alla sicurezza. Va anche avviata un’ampia opera di informazione dei lavoratori riguardo l’importanza della sicurezza ed il rispetto delle regole tese a tutelare la loro salute. Allo stesso tempo ci devono essere dure condanne verso amministratori e padroni, responsabili di questi veri e propri omicidi. Tutto ciò è in palese e profondo contrasto con la Costituzione che tanta importanza ha conferito al lavoro da renderlo fondamento della Repubblica.

►Informazione libera e indipendente

Un’informazione che racconti realmente e liberamente il Paese, senza legacci, ostacoli, minacce, è oggi quasi del tutto assente. Assistiamo ad una occupazione a tutto campo dei mezzi di informazione da parte di un potere, anche di governo, che ha urgenza di coprire verità e inadempienze al fine di perpetuarsi. L’ANPI conferma il suo impegno a sostenere le battaglie a favore di una informazione libera e indipendente, presupposto cardine per una sana e robusta democrazia.

No alla tortura
Come molti partigiani furono vittime di atroci torture durante la Resistenza, oggi ci ritroviamo ad assistere ad una recrudescenza della violenza della polizia e dei carabinieri. I casi più recenti di Stefano Cucchi  sul cui corpo sono stati fatti maltrattamenti terribili, di Federico Aldovrandi pestato a morte in piena strada, di Francesco Mastrogiovanni morto in un letto di contenzione dopo un TSO ne sono prova. Dobbiamo iniziare una vasta campagna per l’introduzione del reato di tortura, ricordando anche che l’Italia è sotto accusa da parte della commissione europea per la prevenzione della tortura.

No alla guerra imperialista!
L'articolo 11 della nostra Costituzione indica chiaramente che l'Italia ripudia la guerra
come strumento di aggressione. Ciononostante, il nostro paese è stato impegnato ed è tutt'ora coinvolto in guerre, mascherate da missioni di pace, che hanno nel profitto dei paesi aggressori e delle multinazionali occidentali il loro solo ed unico scopo. I pozzi di petrolio in Iraq, i gasdotti e gli oleodotti in Afghanistan, i profitti della vendita d'armi o quelli ottenuti dalla ricostruzione dei paesi aggrediti e bombardati, non possono essere motivo di barbare aggressioni, svolte in palese contrasto coi nostri dettami costituzionali e con il sentire della maggior parte della popolazione Italiana. Le truppe vanno immediatamente ritirate dai teatri di guerra. Neanche un euro deve essere più speso per le guerre dei padroni!

La nostra proposta

Di fiducia e speranza l’Italia è priva e ne ha invece bisogno! L’unità antifascista è stata protagonista vittoriosa della Resistenza e per la conquista della Costituzione, della Repubblica e della democrazia. Può e deve essere ancora oggi per tutti i democratici, per le nuove generazioni, un esemplare stimolo per dare coraggio, fiducia a scendere in campo con una rinnovata e ampia unità al fine di salvaguardare e attuare la Costituzione. Per questo fondamentale obbiettivo, è l’ora di una GRANDE ALLEANZA tra l’ANPI, l’associazionismo antifascista, i sindacati dei lavoratori e il vasto campo dell’associazionismo democratico italiano con particolare attenzione ai centri sociali, ai movimenti e alla nuova realtà giovanile che si esprime nei collettivi studenteschi e nelle reti antifasciste locali, sempre più presenti e attive nel nostro paese.

Avanti con la “Nuova stagione dell’ANPI”

Il bilancio è positivo. Importanti sono i traguardi raggiunti dopo la Conferenza nazionale di Organizzazione svoltasi a Chianciano Terme nel 2009 e nell’attuazione delle sue decisioni.

Vi sono ora iscritti in tutte le 110 province italiane. Oltre che in Belgio, vi sono sezioni ANPI a Londra, in Argentina, nella Repubblica Ceca, e se ne stanno costituendo in Germania, Svizzera, a Parigi e a Madrid. Nel 2009 l’ANPI era presente solo in 81! L’Associazione è ora più nazionale, con più iscritti, più giovani e più donne. E’ ripresa con significativi risultati l’attività del coordinamento nazionale femminile. Si è attivata verso l’ANPI l’attenzione, l’iniziativa e la collaborazione di significativi settori della cultura e dell’intellettualità oltre che delle forze politiche, democratiche e antifasciste.

In 29 province del mezzogiorno si stanno costituendo i Comitati Provinciali.

Più ampia, intensa e qualificata si è fatta l’iniziativa politica nazionale e locale. In particolare ciò si è evidenziato sui temi della lotta alla mafia - manifestazione nazionale a Portella della Ginestra il Primo Maggio 2010 - contro il razzismo e la xenofobia e per la pace, anche attraverso la Feste Nazionali di Gattatico (RE) e di Ancona e le tante feste locali dell’ANPI.

Più intensi sono ora i rapporti di collaborazione con le associazioni dell’Antifascismo, con i sindacati, in particolare CGIL, SPI-CGIL e Fondazione “G. Di Vittorio” e con l’ARCI, Libera, Articolo 21, e l’associazionismo democratico.


Superiamo le inerzie e le resistenze residuali. Andiamo avanti verso nuovi traguardi: di qualificazione, consolidamento e di crescita dell’Associazione. I 150.000 iscritti al Congresso Nazionale del 2011 sono possibili e si possono superare. Ovunque si accrescano nell’ANPI impegno e responsabilità degli antifascisti. Valorizziamo i partigiani, i patrioti e i benemeriti ancora viventi. Abbiamo memoria degli scomparsi. In questo ambito si propone di attuare un censimento dei partigiani viventi, in collaborazione con i Comitati Provinciali. Ciò per dar luogo ad una campagna nazionale di incontri con i partigiani, i patrioti e i benemeriti.

Crescita dell’ANPI: cogliere le opportunità, prevenire e
contrastare i rischi

Nell’Associazione si riduce la presenza dei partigiani. Crescono gli antifascisti che non hanno vissuto direttamente la Resistenza. Cambia la fisionomia dell’Associazione e dei suoi organi dirigenti. Si ampliano e diversificano rispetto al passato l’iniziativa e le motivazioni con le quali si aderisce all’Associazione.

Il ruolo dell’ANPI

Nella “nuova stagione” dell’ANPI va ribadito che:

L’ANPI non è un partito. Si aderisce all’ANPI non per una scelta di schieramento partitico bensì per la sua storia, per la memoria, per i valori ed i principi dell’ Antifascismo e della Resistenza che l’Associazione rappresenta e difende battendosi per il rispetto e l’attuazione della Costituzione, oltre che per i contenuti delle sue politiche e per la condivisione del suo Statuto. L’autonomia dell’ANPI, innanzitutto da ogni partito, è condizione irrinunciabile dell’unità per un’Associazione culturalmente e politicamente
pluralista quale è l’ANPI ancor più oggi, affinché possa esercitare con efficacia, credibilità, vasta partecipazione e consenso la sua funzione di “coscienza critica” della democrazia e della società;

l’ANPI ripudia la violenza e la contrasta poiché estranea al contesto democratico conquistato dall’Antifascismo e dalla Resistenza e quale arma dei nemici della democrazia e della libertà. L’Anpi ritiene che nell’attuale fase politica, in cui sempre più violenti si manifestano gli attacchi alla Costituzione e alle libertà fondamentali, assai grave e preoccupante è il crescere sistematico  di aggressioni a giovani di sinistra, nonché a cittadini di diversa etnia, religione, orientamento sessuale, messe in atto da giovani della destra reazionaria spesso coperti anche da parte di chi (le istituzioni deputate), ha il dovere e il potere di far rispettare le leggi vigenti.

L’ANPI rispetta, valorizza e collabora con le istituzioni della Repubblica quali conquiste della  Resistenza. Si batte affinché chi governa transitoriamente Comuni, Province, Regioni e lo Stato, operi in ottemperanza ai valori, ai principi e alle norme sancite dalla Costituzione. Quando questo non avviene è necessario contrastare lo stravolgimento o il capovolgimento di quei valori, perpetrato da politici reazionari, denunciando ogni tentativo di violazione del diritto costituzionale ed isolando quei rappresentanti che usano le cariche istituzionali per fini eversivi. Gli attacchi più violenti ai valori della Costituzione, alla storia della Resistenza e alla cultura antifascista provengono da soggetti e partiti che sono ai vertici delle istituzioni del nostro Paese e che sono in stretta relazione, quasi in un rapporto di osmosi, con gruppi e organizzazioni dichiaratamente neofasciste nei confronti delle quali va richiesta con forza la messa fuori legge.

L’Antifascismo, la Resistenza  e la Costituzione sono un patrimonio di tutti gli italiani ed è necessario l'utilizzo costante del confronto culturale, storico e politico che non escluda nessuno. L’ANPI è la casa di tutti gli antifascisti/e che si rifanno ai valori progressisti, di emancipazione e di giustizia sociale presenti nella Resistenza e contenuti nella Costituzione abbracciata come tale in tutti i suoi principi fondanti.

Nella “nuova stagione dell’ANPI” sono da confermare:

l’autorevolezza politica e morale dell’Associazione e dei suoi dirigenti affinché essa continui ad essere punto di riferimento per i democratici e gli antifascisti;

l’unità, il rigore, la disciplina, il rispetto e l’applicazione dello Statuto e delle regole a partire dalle procedure per le nuove iscrizioni e dal dovere di chi aderisce di iscriversi nella sezione del Comune, del quartiere in cui risiede o nel luogo in cui lavora o nell’università in cui studia. Deroghe del tutto limitate, motivate in modo trasparente, possono essere previste dai Comitati Provinciali e di Sezione. Con il tesseramento del 2011 vanno risolte o avviate a risoluzione situazioni anomale eventualmente esistenti;

“l’attenzione che l’ANPI ha sempre riservato all’istituzione militare: al suo ruolo specifico nella compagine dello Stato e delle Pubbliche Amministrazioni e, con particolare riguardo all’attività di formazione e di educazione delle Forze Armate negli ideali della Resistenza e nei principi della Costituzione nei quali si è fuso il più alto patrimonio ideale del Risorgimento” (dal Documento della Conferenza Nazionale di Organizzazione – Chianciano Terme 2009). Occorre, in questo ambito, tenere conto della profonda mutazione che le Forze Armate hanno subito negli anni; infatti il modello attuale non è più quello di un esercito “di popolo”,  dove attraverso la leva generale si ritrovavano ragazzi di tutte le provenienze sociali, politiche, geografiche; ora le Forze Armate sono diventate un’organizzazione professionale a cui si aderisce volontariamente.

L’ANPI promuove la formazione. È di primaria importanza una formazione adeguata di iscritti e iscritte sulla Storia della Guerra di Liberazione e sull’antifascismo, attraverso specifici corsi di approfondimento. Ciò permette ai soci dell’ANPI di essere preparati e quindi all’altezza di svolgere un’attività rivolta all’esterno, e in particolare alle scuole, durante eventi socio-culturali promossi dalle sezioni. Corrette posizioni su queste ed altre questioni, cosiddette di orientamento, sono decisive per un lineare svolgersi della vita associativa e per salvaguardare l’identità dell’ANPI e delle sue politiche ed affinché vi sia sempre ed ovunque dell’Associazione, dell’Antifascismo e della Resistenza una giusta percezione da parte dell’opinione pubblica in particolare delle nuove generazioni. Nei confronti di queste ultime come Associazione operiamo affinché alla Resistenza e alla Costituzione si ispirino la loro educazione e formazione politica anche con iniziative dei Comitati Provinciali e delle Sezioni dell’ANPI che si assumono l'impegno di sostenere coloro i quali si battono per la libertà e i diritti.

ORGANI DIRIGENTI

Con il Congresso, nel rinnovo degli organi dirigenti, dal livello nazionale alle sezioni, si presenta la necessità urgente – per evitare il declino purtroppo ancora in atto in alcune province e per perseguire ovunque il consolidamento, la crescita e la qualificazione dell’Associazione – che ovunque si possa contare ancor più sull’apporto degli antifascisti, di donne e giovani accanto a quello, esperto e autorevole dei partigiani.

È questa la condizione necessaria per soddisfare l’esigenza forte di una crescita della capacità di direzione politica e di iniziativa. Sono necessari quindi: più tempestività, una più ampia gamma di temi del nostro intervento sulla politica e nella società e una più adeguata visibilità. Sono entrati e stanno entrando nell’Associazione tanti democratici e giovani. Non deludiamoli!

Per le strutture organizzative e gli organi dirigenti si confermano le proposte approvate dalla Conferenza Nazionale di Organizzazione di Chianciano Terme (2009) e successivamente adottate dal Comitato Nazionale:

PRESIDENZA ONORARIA. Si ipotizza che sia utile sostituirla con un Comitato Nazionaled’Onore composto da alte e qualificate personalità antifasciste della cultura, della politica,
dell’economia, della scienza oltre che da partigiani e antifascisti. Altrettanto si propone per i livelli provinciali e di Sezione.

COMITATO NAZIONALE. Si ritiene necessario aumentarne il numero dei componenti. Ciò con riferimento all’ampliamento della presenza dell’ANPI nel territorio nazionale e per consentire una più ampia rappresentanza nel massimo organo dirigente. Questa esigenza – da soddisfare senza tuttavia dare luogo ad organismi pletorici – può essere perseguita in forza del disposto del quarto comma dell’art. 5 dello Statuto, che testualmente recita: “Il Comitato Nazionale può procedere alla cooptazione di nuovi membri, scelti tra i soci dell’ANPI, in caso di decesso o impedimento assoluto di alcuno dei propri componenti ovvero quando ciò si renda necessario per la funzionalità dell’Associazione”. Tale norma consente, con assoluta evidenza, l’aumento del numero dei componenti del Comitato Nazionale per esigenze relative appunto alla funzionalità dell’Associazione.

CONSIGLIO NAZIONALE. Si ritiene necessario un restringimento del numero dei suoi componenti anche per renderne più agevole, frequente e meno dispendiosa la convocazione e per un aumento della presenza di dirigenti effettivi dell’Associazione con attenzione oltre che ai Comitati Provinciali, alle Sezioni.

COMITATI REGIONALI. Si ritiene necessario dare ai Comitati Regionali i caratteri e le prerogative di un organo dirigente, attraverso una modifica dello Statuto che, da un lato, renda obbligatoria la costituzione di Comitati Regionali  e, dall’altro, ad essi attribuisca una funzione dirigente procedendo a definire in sede di Congresso Nazionale con regolamento, procedure e criteri per la formazione dei Comitati Regionali ed eventualmente ad individuarne competenze affinché ad esempio essi innanzitutto possano contribuire ad un continuo e buon funzionamento dei Comitati Provinciali presenti nel territorio della regione e ciò in collaborazione con gli organi dirigenti nazionali.

STRUTTURE ORGANIZZATIVE

A livello provinciale e delle Sezioni, varie sono le situazioni in atto. Vi sono Comitati Provinciali in cui la Presidenza è anche organo esecutivo e altre in cui esiste una segreteria o/e un segretario. È indispensabile che le strutture regionali e provinciali si dotino di un organo esecutivo che affianchi gli organi dirigenti nella fase di progettazione, organizzazione e gestione delle attività. I membri dell’esecutivo, secondo le competenze personali, attraverso un impegno volontario, coadiuveranno il segretario nelle varie aree: comunicazione e media, presenza agli eventi istituzionali, rapporti con le istituzioni, con le associazioni, con le scuole, coordinamento tra sezioni.
Si propone che ovunque, per i Comitati Provinciali e le Sezioni, ci si doti di una sede autonoma e vi sia oltre al presidente almeno un segretario responsabile dell’organizzazione oltre che il responsabile dell’amministrazione (tesoriere).
Sono queste necessità imprescindibili per una buona conduzione dell’Associazione e delle sue iniziative, e nondimeno per rapporti fluidi, continui e corretti tra il Centro nazionale e il territorio.


LA COMUNICAZIONE

Va tenuto conto che la comunicazione e i suoi presidi (il Sito – è finalmente online la nuova versione – e “Patria indipendente”) sono oggi per l’ANPI strumenti di comunicazione ma al tempo stesso anche pressoché i soli mezzi di organizzazione e di intervento politico. Da ciò deriva la necessità che i Comitati Provinciali e le Sezioni si dotino di un computer e di un indirizzo di posta elettronica al fine di comunicare per tempo sia le iniziative che le informazioni necessarie allo sviluppo dell’attività e per dare a tutte le sezioni la possibilità di discuterne e parteciparne. La chiamata a ridosso delle scadenze non può essere una pratica che può continuare. È anche importante che vengano resi pubblici i contatti in modo da favorire gli scambi e la conoscenza tra le varie realtà dell’Associazione.


TESSERAMENTO
Una buona gestione del tesseramento e dell’elenco degli iscritti da parte dei Comitati Provinciali e delle Sezioni è richiesta non solo da necessità di correttezza nella vita associativa, ma altresì per assicurare un carattere trasparente e democratico dell’ANPI. In questo senso, mentre sul piano nazionale sarà ripreso il lavoro per definire il progetto dell’Anagrafe Nazionale degli iscritti, a livello provinciale e di Sezione si dovrà operare in corrispondenza affinché si creino le condizioni per realizzare detto progetto. La quota di iscrizione all'ANPI dovrebbe essere modulata in base alle possibilità economiche. Quote ridotte andrebbero previste per inoccupati, precari e studenti, per favorirne la partecipazione alle attività delle sezioni.


RISORSE FINANZIARIE

Per evitare il rischio di paralisi nella vita associativa e nell’iniziativa, vi deve essere riflessione e impegno per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie essendo purtroppo a rischio, tra l’altro, lo stesso esiguo contributo dello Stato, peraltro gravemente ipotecato anche dagli aumenti dei costi postali relativi alla spedizione della nostra pubblicazione e all’ attività associativa notevolmente aumentata. In questo senso,
attenzione e impegno sono richiesti per:

il lancio ed il successo della Sottoscrizione Nazionale per il 15° Congresso Nazionale;

una ulteriore estensione - del tutto possibile dopo i risultati raggiunti nel 2008 (4.000 adesioni) - della destinazione del 5x1000 all’ANPI da parte di iscritti e amici antifascisti e democratici;

un aumento del prezzo della tessera, sia per il nazionale che per l’attività dei Comitati Provinciali e delle Sezioni;

sostenere ed aumentare gli abbonamenti a “Patria indipendente” – anche come strumento di attività dei dirigenti dell’Associazione – tra gli iscritti e all’esterno dell’Associazione.

Per il raggiungimento di questi obbiettivi conforta, come testimonianza di possibilità, la
disponibilità che si riscontra tra chi chiede di iscriversi sia per un più adeguato contributo
per la tessera che per l’abbonamento a “Patria indipendente”.


STATUTO

Si propone di modificare lo Statuto limitatamente all’introduzione di norme richieste da disposizioni di legge e per definire l’età per iscriversi all’ANPI.
Per altre necessità si ritiene di poter procedere attraverso la eventuale definizione di norme regolamentari. Al fine di offrire maggiore garanzia e regolarità allo Statuto, sarà necessaria la costituzione del collegio dei Probiviri.

LE GIORNATE NAZIONALI

►25 Aprile: Festa della Liberazione. Evitare la ritualità e il declino del 25 Aprile è il nostro compito. Celebrare il 25 Aprile in tutti i Comuni e adoperarsi perché alla festa partecipino istituzioni, forze armate, scolaresche - e la giornata sia arricchita di eventi di riflessione storica e politica, sport, spettacolo - sono presupposti fondamentali affinché il 25 Aprile sia vissuto come grande festa popolare.

►27 Gennaio: Giornata della Memoria di tutte le vittime

►9 Maggio: fine della 2ª guerra mondiale e riconquista dell'unità d'Italia. Giornata a ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi.

►2 Giugno: Festa nazionale della Repubblica e della Costituzione a Milano.

►8 settembre: armistizio e avvio della Resistenza

►4 Novembre: fine della Iª Guerra mondiale

►10 Febbraio: Giorno del Ricordo. L'ANPI e i democratici debbono uscire dalla difensiva e non consentire che questa giornata, complici anche autorità pubbliche corrive, sia occasione per celebrazioni “dell'orgoglio fascista”, con volgari strumentalizzazioni della vicenda delle foibe ed intollerabili aggressioni alla memoria dei partigiani e della Resistenza. Dobbiamo fare informazione su questa questione, assumerci come compito innanzitutto la ricerca della verità storica e creando una commissione che s’incarichi di andare a ricercare documenti, scritti, libri che trattano questo argomento. Acquisendo gli atti della Commissione d’indagine Italo-Slovena I contenuti devono poi essere riportati alla discussione collettiva organizzando convegni ed incontri sul tema.

GIORNATE CITTADINE.
Si propone di realizzare in collaborazione con gli enti locali,manifestazioni di carattere territoriale a fine commemorativo e di rievocazione storica delle date più importanti della resistenza attuata nelle singole città e province.

I 150 ANNI DELLUNITADITALIA

Proposta

Far conoscere la storia nazionale ponendo in evidenza ciò che unisce e differenzia il Risorgimento e la Resistenza quali momenti rivoluzionari e tappe del cammino unitario e democratico dell’Italia. Essere al fianco del Presidente della Repubblica nel difendere, come conquista irrinunciabile, l’unità d’Italia. Sollecitare le forze politiche antifasciste e democratiche all’impegno necessario per contrastare l’indifferenza ed il sabotaggio governativo ai programmi del 150°. Stimolare all’iniziativa prefetti, Comuni, Province, Regioni, scuole e università.

SETTEMBRE 2011: UN GRANDE RADUNO NAZIONALE DI POPOLO E DI GIOVANI PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA CONTRO I FAUTORI DELLA SECESSIONE E PER UNA REPUBBLICA UNITA E DEMOCRATICA.

L’EUROPA
Risulta decisivo estendere all'Europa – in collaborazione con l'Antifascismo europeo e con il coinvolgimento e il sostegno dell’Unione Europea – il contrasto al revisionismo e la strategia della memoria della Resistenza quale presupposto e fondamento della stessa Unione Europea. L'Europa è un nostro orizzonte. Dobbiamo contrastare le derive nazionalistiche e la ricomparsa di forze neonaziste, razziste e xenofobe. Un forte impegno culturale e politico, in collaborazione con gli istituti storici, va riservato affinché le ANPI del Mezzogiorno, nell’ambito della strategia della memoria, avviino una incisiva iniziativa sull’Antifascismo che precedette la Resistenza in quei territori.
In questo senso è opportuno e doveroso promuovere una grande campagna in tutto il Paese, e in particolare nel Mezzogiorno, per valorizzare e ricordare: eccidi, battaglie, proteste, movimenti, associazioni, uomini e donne che ne furono protagonisti.

L’ANPI, custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita a passare dal totalitarismo alla democrazia, è in campo – come coscienza critica del Paese – per ridare ai cittadini fiducia e speranza, per la difesa e la piena attuazione della Costituzione, contro la corruzione diffusa, per il diritto ad un lavoro dignitoso, contro il razzismo e la xenofobia, per la salvaguardia dell’unità dell’Italia, per una scuola non più “fabbrica del precariato”. L’ANPI è in grado di impegnarsi positivamente per tali obbiettivi grazie alla sua “nuova stagione” con la quale l’Associazione è potuta crescere ed essere presente in tutte le 110 Province italiane. Con il Congresso Nazionale di Torino del marzo 2011, l’ANPI intende confermare e approfondire impegni e prospettive anche attraverso i necessari aggiornamenti e rafforzamenti delle sue strutture organizzative, in particolare con l’inserimento negli organi dirigenti degli antifascisti che, per ragioni anagrafiche, non parteciparono alla Resistenza e che sono entrati - e continuano ad entrare – numerosi nell’Associazione grazie alla modifica statutaria apportata col Congresso Nazionale del 2006.

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