venerdì 26 febbraio 2016

2° congresso sezione ANPI Trullo-Magliana "Franco Bartolini"

 DOCUMENTI APPROVATI AL CONGRESSO DI SEZIONE

Si è svolto domenica 21 febbraio il secondo congresso della sezione Trullo- Magliana "Franco Bartolini" di Roma. La relazione del segretario in apertura ha ricordato la nascita 6 anni fa della nostra sezione e le attività che abbiamo portato avanti in questi anni. Si è lasciato poi spazio alla discussione partendo dai documenti congressuali. C'è stato un dibattito approfondito, un confronto serio ed aperto che è durato circa 3 ore ed ha coinvolto una ventina di compagni/e.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e che hanno permesso la riuscita di una giornata per noi molto importante.
Per entrare nel merito del congresso, sono stati approvati tutti i 29 emendamenti proposti al documento politico-programmatico del comitato nazionale ed un odg contro l'apertura del museo del fascismo a Predappi.

Di seguito gli emendamenti approvati:





EMENDAMENTI DOCUMENTO NAZIONALE

PARTE PRIMA

IL QUADRO MONDIALE

1 (sostituire da dopo “terza guerra mondiale in atto” fino a prima di “Tutto questo non è casuale”)
che si dipana in conflitti diffusi e trasversali, in tutti i continenti, raccontati con maggior dovizia di informazione in alcune zone, mentre sembrano destare minor interesse in altre parti, facendo balenare il sospetto che il circo mediatico mondiale non sia propriamente libero da condizionamenti. (Si pensi alla situazione dell’Ucraina nel cui governo hanno trovato posto forze di chiaro stampo nazi-fascista. Governo che ha permesso – tollerato stragi tra la popolazione, ha sospeso la democrazia ponendo nell'illegalità partiti e associazioni democratiche, ed all’incertezza che grava sulle Repubbliche baltiche).  E non basta: c’è l’esplosione dei peggiori fondamentalismi e l’entrata in campo, pericolosissima, dell’ISIS utilizzata in Siria da prima in funzione antigovernativa per destabilizzare il governo locale e poi “sfuggita di mano”, cosi come in passato fu utilizzato Bin Laden e la sua organizzazione in Afghanistan e in seguito in Libia e in Egitto e cosi via, oltre alla nota situazione della Palestina, di cui si parla meno, ma è lì, ancora grave come un macigno. Situazione in cui è ormai improcrastinabile una presa di posizione netta a difesa della popolazione e dei diritti umani troppo spesso calpestati. Tra l’altro i curdi, che sono gli unici che contrastano il terrorismo ISIS sul campo, vedono le loro organizzazioni messe fuori legge; in tal senso è necessario il riconoscimento del PKK (partito kurdo dei lavoratori) quale organizzazione legittima e riconosciuta dalle istituzioni italiane ed europee.
Sarebbe comunque riduttivo e fuorviante pensare che l’orrore sia una prerogativa assoluta dell’Isis, di fondamentalisti e jihadisti a fronte di altri regimi, considerati nostri alleati e partner,  quali  la Turchia di Erdogan, Israele, Arabia Saudita, l’Iran, l’Egitto con il caso Regeni, e la lista potrebbe continuare ancora per molto, che violano sistematicamente i diritti umani. Oltre tutto, c’è il pericolo che alcuni contrasti ed addirittura alcune guerre assumano contorni a sfondo religioso, per mascherare le vere ragioni (economiche) dei conflitti, con un evidente ed inevitabile aggravamento dei rischi già in atto e delle situazioni disastrose che già constatiamo. Il Governo Italiano deve farsi promotore perché cessi l’occupazione militare turca a Cipro, perché si condanni presso l’ONU l’intervento militare a favore dell’ISIS e si blocchi la vendita di armi a Turchia ed Arabia Saudita che sostengono DAESH.

2 (sostituire da dopo “un mondo in cui una piccolissima parte” fino a prima di “La via della pace e della lotta”)
della popolazione si arricchisce a dismisura a discapito della stragrande maggioranza che inesorabilmente continua a impoverirsi sempre di più. Di fronte a tutto questo, il mondo sembra impotente, non riuscendo spesso neppure a cogliere la gravità estrema di certi fenomeni. E non si pensa seriamente alla soluzione, dei conflitti che anzi spesso vengono alimentati “ad arte” in funzione di interessi economici o strategico militari dei potentati mondiali. E' la politica che deve intervenire a livello mondiale, vedendo cosa fare di questa ONU impotente e quali nuove grandi intese si possono promuovere, per realizzare le condizioni atte ad ottenere la democratizzazione degli stati nazionali e la risoluzione delle controversie internazionali senza il ricorso alle armi. Ogni focolaio di guerra ogni conflitto è una sconfitta per l'intera umanità.

3 (aggiungere dopo  “in vari Paesi d’Europa “)
ma con il ripristino di una vera pace, di una giustizia reale, del rispetto dei diritti umani nei territori da cui scappano e non con la proclamazione del solito fantoccio di comodo dei potenti della Terra.

4 (sostituire da dopo “in molti casi sta avvenendo” fino a prima di “Purtroppo questo è un terreno)
L’accoglienza per chi fugge da conflitti, regimi repressivi, fame e povertà, è doverosa fin quando non verranno ripristinate regole democratiche, di giustizia e umanità in quei paesi. Ogni tentativo di selezionare questa massa di disperati, in base a ridicole quote o cavilli burocratici sul riconoscimento o meno di un conflitto, o ancor peggio facendo riferimento alla razza, alla religione, alla professione, condannerebbe a morte quasi certa chi non avesse tali requisiti, riesumando forme odiose di discriminazione.

IL QUADRO ITALIANO 

5 (aggiungere dopo  “giudizio politico e complessivo“)
ma si può rilevare un mancato rispetto del risultato delle urne, che aveva espresso indirizzi diversi, in virtù dei programmi proposti in campagna elettorale, tendente sempre più a limitare la volontà popolare, grazie anche a ‘riforme’ che hanno cancellato l’elettività dei consigli provinciali e che si propongono di fare altrettanto con il Senato della Repubblica.

6 (aggiungere dopo  “Prima di tutto, bisogna dire che ….. “ togliendo “c’è poco rispetto  per la Costituzione”)
è in atto un piano che tende a cancellare i principi fondamentali della nostra Costituzione. Con l'introduzione del pareggio di bilancio si è data una ulteriore spallata ai principi contenuti nella nostra carta Costituzionale che ora non risulta più essere quella originale, è qui importante ricordare
il famoso rapporto della società di rating J.P. Morgan “The Euro area adjustment: about halfway there” del 28 maggio 2013, in cui si dice “Le costituzioni e i sistemi politici dei paesi dell’area meridionale, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano caratteristiche che appaiono inadatte a favorire l’integrazione” e “Le Costituzioni mostrano una forte influenza socialista, evidenziando la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la caduta del fascismo”  ed ancora “I sistemi politici della periferia tipicamente hanno le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli, stati centrali deboli rispetto alle regioni; tutela costituzionale dei diritti del lavoro; costruzione del consenso che rafforza il clientelismo politico; e il diritto di protestare se vengono fatte delle modifiche non gradite dello status quo politico.” , da cui uscì l’idea della necessità di cambiare tutte le Costituzioni, proprio in relazione ad intrinseci e comuni difetti dovuti appunto come citato alla loro nascita a seguito della caduta del fascimo e nazismo in europa. Ma questo non è che l'epilogo di una lunga storia iniziata già pochi anni dopo la sua promulgazione e seguita negli 60 e 70 con la legge truffa e i tentativi di golpe  e seguita dal piduismo che porta ai piani di Licio Gelli con il “piano di rinascita nazionale” sequestrato e venuto alla luce nel 1982.

7 (eliminare da “siamo contrari ad ogni” fino a  “da vari oppositori, ma”)

8 (aggiungere dopo  “assumere un significato politico”)
come non bisogna dimenticare che anche quando questa partecipazione popolare si manifesta, come nei casi dei referendum del 2011 sulla ripubblicizzazione dei servizi locali, tale volontà non viene ripresa ed applicata dai governi. Infatti, non solo non si è ancora avviata la ripubblicizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali, ma sono addirittura state approvate leggi che vanno nel senso opposto dando vita a nuove privatizzazioni. E’ evidente come tutto questo spinga ancora di più i cittadini verso un rifiuto delle politica e le scelte astensionistiche.

LA POLITICA

9 (aggiungere dopo  “Mafia Capitale”)
preceduta dai casi dell’Expo di Milano e dei lavori alla Tav.

10 (sostituire  “un piano di rinascita e rilancio” con )
una rivoluzione etica che spazzi via il cronico clientelismo spesso connesso all’affarismo politico-mafioso

PARTE SECONDA

LA MEMORIA

11 (aggiungere dopo  “la diffusione della conoscenza”)
senza cadere nelle trappole del revisionismo storico che vorrebbe riscrivere i fatti per un uso di pretesa “pacificazione” o di diffamazione come quelle usate da alcuni "storici" di parte contro i partigiani jugoslavi e il IX corpus dell’esercito di liberazione jugoslavo.

12 (sostituire da dopo “Armadio della Vergogna” fino a “di quelle popolazioni” )
In questo quadro per poter tentare di incidere nella memoria collettiva e nel senso comune del Paese, riteniamo che sarebbe importante ed utile istituire una giornata nazionale di ricordo e riflessione sulle stragi nazifasciste da tenere ogni anno, in modo da diffondere la conoscenza e la riflessione su quanto avvenuto sia nell’opinione pubblica che tra le giovani generazione.
Da ciò la nostra riflessione sui “Confini Orientali”, sull’Esodo, anche sulle foibe anche contrastando l’offensiva del revisionismo storico, a partire dall’analisi dei delitti e dei guasti compiuti per decenni, dal fascismo, in danno di quelle popolazioni.

LA PACE   

13 (cambiare titolo del capitolo in Guerra e Pace e ad aggiungere alla fine del capitolo)
GUERRA  E PACE   
La crisi economica mondiale ha non solo inasprito tutte le tensioni esistenti, ma viene dimostrando  che il modo di produzione dominante si alimenta della guerra per riprodursi e sopravvivere. La guerra non è la risposta al terrorismo, che invece alimenta, ma viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita delle armi. Non bastano allora gli appelli ideali o retorici quando la guerra già dilania interi continenti divampando nel cuore dell'Europa ed alle sue porte, quando la corsa agli armamenti ha ripreso tutta la sua forza assorbendo enormi risorse che vengono sottratte allo stato sociale.
Gli effetti di 25 anni di politica di guerre della Nato e dell'Italia in Irak, Libia, Jugoslavia, Iran, Afghanistan sono sotto gli occhi di tutti. Devastazione di intere regioni, fame e miseria, esodi biblici verso l'occidente (ma non solo: la Giordania ad es. è piena di profughi) e la mortifera piaga del terrorismo, fomentato dalla disperazione quando non direttamente finanziato dagli stessi strateghi senza scrupoli della tensione internazionale. In Italia da tempo i governi violano l’articolo 11 della Costituzione e il nostro paese è sempre più coinvolto nella guerra, con la vendita di armi e l’invio di militari.
E' pertanto necessario un impegno di concreta mobilitazione contro la guerra cui l'Anpi non vuole sottrarsi, insistendo a gran voce, in continuità con il congresso di Torino per un cambio di direzione politica che si ponga nel pieno rispetto della Costituzione, per il ritiro immediato delle forze armate del nostro paese dai teatri di guerra, a cominciare dall'Afghanistan per ridiscutere tutte le operazioni in corso. Così come ci poniamo contro l'assurda spesa prevista per l'acquisto dei caccia bombardieri F35, per il taglio delle spese militari e la fine dello sporco commercio delle armi, per la chiusura delle basi straniere sul nostro territorio. E' altresì necessario agire per una giusta soluzione del conflitto mediorientale, a cominciare dall'operare per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

INTRANSIGENTE DIFESA DELLA COSTITUZIONE

14 (aggiungere dopo “l’esperienza lo renda necessario”)
ma i principi fondamentali della stessa non possono essere messa in discussione

15 (sostituire da  dopo “dei cittadini e dunque della democrazia” fino alla fine del capitolo)
L’intransigenza non è un male, anzi è doverosa e va realizzata con tutti i mezzi democratici a disposizione  quando si verte su questioni di primaria importanza. Oggi come ANPI abbiamo l'esigenza di essere in prima linea nella richiesta del ripristino della Costituzione del 48 nei suoi valori e nei suoi principi. Carta mai applicata e spesso considerata “troppo democratica” e per questo rimaneggiata già in diverse circostanze, come nel 2012 con la modifica dell’articolo 81 imponendo di fatto il pareggio di bilancio definito da molti costituzionalisti un “corpo estraneo” alla nostra Costituzione. L’esistenza di vincoli economici imposti con tale modifica e dai Trattati dell’Unione Europea risultano pertanto incompatibili con i diritti contenuti nella Carta stessa, si pensi solamente all’articolo 3 che pone la necessità di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza.
Dobbiamo quindi essere a fianco e promotori noi stessi di comitati in difesa della Costituzione e nel prossimo futuro alla testa dei movimenti per il no alle riforme avviate in maniera sciagurata in ossequio dei mercati e in nome di un' Europa delle banche.
“Nessuna Costituzione è mai servita a dare la libertà se a difesa di questa non vi sono state la coscienza dei cittadini, la loro forza e la loro capacità di schiacciare ogni tentativo reazionario. La Costituzione è una garanzia sì, ma essa non ci garantisce contro i pericoli che oggi minacciano la democrazia italiana. La vera garanzia sta nella forza e nello sviluppo del movimento democratico di masse popolari” . Parole scritte nel lontano 1948 da Palmiro Togliatti e più che mai attuali oggi, nella profonda crisi economica, sociale e valoriale che le giovani generazioni devono affrontare e cercare di risolvere.

L’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE

16 (sostituire da  dopo “stessa realtà del paese” fino alla fine del capitolo)
L’ANPI può partecipare direttamente a tutte le lotte democratiche, su temi singoli e ha il dovere di tenere fermi i princìpi e di appoggiare, dunque,  tutte le battaglie che su questo piano vengono ingaggiate con metodi democratici.


17 (aggiungere come capitolo dopo capitolo l’attuazione della Costituzione)
LAVORO
Marzo 1943, gli scioperi operai paralizzano le fabbriche del nord, è il primo momento di resistenza di massa al regime fascista, l'atto di origine del movimento che porta all'insurrezione del 25 aprile 45. A partire da questa considerazione, in cui affondano le radici stesse della nostra associazione, appare evidente come un ruolo prioritario ha assunto e devono assumere per noi i lavoratori. La classe lavoratrice che ha contribuito in maniera consistente alla Resistenza deve continuare oggi ad essere il principale soggetto di riferimento. Quindi la necessità di un maggior radicamento nei luoghi di lavoro ed il contrasto netto a tutte le leggi che, violando i principi e valori costituzionali, distruggono i diritti dei lavoratori, assumono un ruolo strategico per l'Anpi.
Si ricordi che numerosi articoli della Costituzione Italiana (1,3,4,35-47) difendono, garantisco e tutelano il diritto al lavoro e gli stessi lavoratori, ponendo sia limiti all'iniziativa economica privata che non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale (41), sia riconoscendo per fini di utilità generale l'espropriazione di determinate imprese che si occupano di servizi pubblici essenziali o di fonti di energia affidandone la gestione allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti (43). Un’indicazione che potrebbe essere utilizzata anche per le numerose aziende che chiudono o delocalizzano portando via macchinari e licenziando i lavoratori ma anche rendendo evidente la necessità che i servizi di utilità sociale siano svolti direttamente dal pubblico anziché affidati a ditte esterne con tutto quello che ciò rappresenta in termini di sfruttamento dei lavoratori, corruzione ed aumento dei costi.
Tutto questo mentre le attuali controriforme sul lavoro (c.d. Jobs Act) rappresentano la tomba dei diritti cancellando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, garantendo alle imprese la libertà di licenziamento, trasformando i nuovi assunti in “precari a tempo indeterminato”, mettendo in discussione tutti i diritti fondamentali del rapporto di lavoro garantiti dallo Statuto dei Lavoratori come il controllo a distanza e il demansionamento, la copertura della cassa integrazione, ordinaria e straordinaria e della mobilità. Una legge che non può essere accettata e su cui l'ANPI tutta deve impegnarsi per ottenerne la cancellazione.

LIBERTÀ E UGUAGLIANZA
18 (aggiungere dopo “battaglia epocale”)
denunciando a gran voce lo sfruttamento dei migranti, costretti a fuggire dalle guerre e dalla dittatura economica delle multinazionali, come forza lavoro in nero o sottopagata sia da parte della criminalità organizzata che da parte della classe padronale che può così disporre di una manodopera ricattabile per ridurre e cancellare i diritti di tutti i lavoratori. Va contrastata inoltre l’ignobile speculazione perpetrata dal corrotto sistema dell’accoglienza del nostro paese.

ANTIFASCISMO

19 (sostituire da dopo “ tutte le associazioni democratiche” fino a prima di”non è possibile concludere”)
e il vasto movimento antifascista composto in particolar modo da comitati e collettivi di giovani.
Va valutata la questione della forza antifascista che non vuol dire reazione violenta ma capacità di tenere testa allo squadrismo, capacità organizzativa dei presidi e loro sicurezza, conquistarsi l'affidabilità perchè si è in grado di gestire il contrasto alle iniziative fasciste. Nel rapporto con le autorità, affinché intervengano per impedire apologie di fascismo, l'ANPI che si presenti con determinazione e forza organizzata ha più autorevolezza nel pretendere che sia lo Stato a mostrare il suo volto antifascista. Anche i comuni cittadini sarebbero più coinvolgibili dall'ANPI risoluta e predisposta a svolgere complessivamente il suo compito antifascista.

LA DIFESA DEI DIRITTI

20 (sostituire da dopo “rilievo sempre maggiore” fino a prima di”Ed emergono su questi temi ”)
Ad esempio dobbiamo pronunciarci per tutti coloro che, fin qui, sono stati considerati “diversi”; bisogna essere favorevoli e battersi per il riconoscimento della cittadinanza a chi, con i genitori, è in Italia da tempi rilevanti; dobbiamo essere con chi chiede l'abolizione del reato di clandestinità; per  l’introduzione del reato di tortura, ci ritroviamo infatti da tempo ad assistere ad una recrudescenza della violenza della polizia e dei carabinieri e ricordando sempre che l’Italia è sotto accusa da parte della commissione europea per la prevenzione della tortura; dobbiamo essere favorevoli alle unioni civili; pronunciarci su alcune questioni di fondo (ambiente, bioetica, ecc.). Occorre che l'ANPI continui e rafforzi la battaglia per il pieno riconoscimento del diritto all'abitare considerando che negli ultimi anni, l'acuirsi della crisi, ha aumentato sfratti per morosità incolpevole e pignoramenti. Troppo spesso le famiglie sono costrette a scegliere se mangiare o pagare la rata dell'affitto o del mutuo. A questo si aggiunge la speculazione, con l'aumento ingiustificato dei prezzi d'affitto, la mancata rinegoziazione dei mutui e il mantenimento di spazi inabitati, sia pubblici che privati, in stato di abbandono. L'ANPI pertanto deve impegnarsi, così come riconosciuto dagli articoli 2 della Costituzione Italiana e dell'articolo 25 della "Dichiarazione dei diritti dell'uomo", in tutte le sue strutture ed insieme ai molti movimenti che si battono per tale scopo, affinché il diritto all'abitare non sia solo un'enunciazione astratta ma sia garantito a tutti i cittadini.
In particolare, crediamo che l’attenzione alla questione ambientale costituisca elemento moderatore nei confronti del fenomeno migratorio, nonché fondamento essenziale per una coscienza civica rispettosa della storia e del benessere del nostro Paese. Per questo bisognerà attrezzarsi anche culturalmente per impegnarci contro il nucleare, le devastazioni dei territori e le speculazioni edilizie, le trivellazioni per le ricerche petrolifere, le discariche e gli inceneritori, e per la ripubblicizzazione dell’acqua.

LA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

21 (aggiungere alla fine del capitolo)
Dobbiamo inoltre essere comunque sempre con chi legge, studia, critica i libri mai con chi li brucia o li censura.

LA SCUOLA
22 (aggiungere dopo “i valori della democrazia”)
Bisogno proporre alle scuole percorsi sullo studio e la conoscenza della Costituzione, anche a partire dalla classe V della scuola primaria, facendo riferimento alle competenze chiave europee affinché la conoscenza dei diritti e dei doveri sia uno strumento per un futuro cittadini consapevole e in grado di leggere in senso critico la realtà.
Altre tematiche ed iniziative

23 (sostituire punto Eventuali iniziative)
Costituzione dei comitati nazionali e locali per il no alle riforme costituzionali e per la cancellazione della Legge elettorale.

PARTE TERZA

RUOLO DELL'ANPI

24 (sostituire da dopo “che ne rappresenta i valori” fino a prima “Deve essere capace di cogliere”  pagina 34 (opuscolo) pagina 24 file pdf)
Quindi, l’ANPI deve sempre agire, operare, “combattere”, realizzando iniziative che trasformino in pratica di lotta le enunciazioni di principio, sempre con le sue forme, i suoi metodi, le sue tradizioni. Deve inoltre essere uno strumento efficace nel presente e saper svolgere quel ruolo attivo e partecipe nel conflitto sociale che spetta ad un’organizzazione di massa che si batte fattivamente per raggiungere i propri fini statutari senza ambiguità e tentennamenti.

25 (aggiungere dopo “un problema di appartenenza e di compatibilità” pagina 35 (opuscolo) pagina 25 file pdf)
Dovendo l'ANPI essere soggetto attivo non solo memoria storica del paese si deve porre però anche un problema di coerenza con il nostro statuto e con le  nostre convinzioni nel momento in cui professiamo a più riprese l'osservanza e l'irrinunciabilità dei principi contenuti nella Costituzione del 48 possiamo poi operare effettivamente affinché questi vengano stravolti o aboliti? In questo caso non è questione di diversa visione politica ma di concezione stessa dell'impianto democratico cosa per noi irrinunciabile sarebbe quindi quanto meno auspicabile che chi intendesse prendere una strada diversa, che si discosta anzi si contrappone al nostro stesso senso di esistere ne traesse democraticamente le proprie conclusioni. E d'altronde anche nei partiti cosi funziona un conto è la normale dialettica interna altro è la diversa concezione dell'essenza stessa dell'esistenza del partito. Questo infatti spiega anche la “necessità” del pluralismo dei partiti. Infatti ognuno si candida a rappresentare specifici interessi di una parte della società. Altrimenti avremmo il partito unico. Per noi non può essere diverso, ci siamo candidati a rappresentare con chiunque voglia stare con noi i principi costituzionali e a combattere per questi con tutti i mezzi democratici a disposizione pena la nostra inutilità.

26 (sostituire da dopo “autonomia” fino a “Non abbiamo pregiudiziali”  pagina 36 (opuscolo) pagina 26 file pdf)
L’ANPI deve collaborare con tutte le forze democratiche, i comitati, i collettivi, i movimenti che ne condividono i fini e gli obiettivi sempre senza rinunciare a ciò che riguarderebbe la sua autonomia, il suo prestigio, la sua autorevolezza, fra l’altro conquistata proprio a forza di essere liberi ed autonomi da tutti.

27 (aggiungere dopo “una sorta di anarchia”  pagina 37 (opuscolo) pagina 27 file pdf)
né tollerabile e consentito che iscritti od addirittura dirigenti dell’associazione possano operare fattivamente allo stravolgimento o alla cancellazione dei principi e valori contenuti nella Costituzione del ’48 in palese violazione degli scopi associativi.

28 (sostituire da dopo “più risultati si possono ottenere” fino alla fine del capitolo pagina 43 (opuscolo) pagina 32 file pdf)
Pertanto è necessario e fondamentale che si stabiliscano relazioni e collaborazioni con tutte le organizzazione politiche, sindacali e sociali, i movimenti, i collettivi ed i comitati che condividono le battaglie e gli impegni trattati nel presente documento, a partire in primis dal vasto movimento antifascista, affinché si possa concorrere sempre alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli e di dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana.
Bisogna, infine, fare attenzione anche alle “cattive compagnie”, cioè a coloro che vogliono utilizzare e strumentalizzare, per fini elettorali o di prestigio, il buon nome dell’ANPI adottando in seguito politiche od azioni in contrasto con i principi ispiratori dell’associazione stessa. Un po’ di cautela e di attenzione saranno sempre utili per discernere, come si diceva un tempo, “il grano dal loglio”.

PARTE QUARTA

COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE DONNE DELL’ANPI

29 (aggiungere dopo “nell’epoca attuale”  pagina 47 (opuscolo)
a partire dalla difesa e dall’applicazione della legge 194 per la tutela della maternità consapevole, e più in generale dei diritti conquistati in seguito a dure lotte.

Nessun commento:

Posta un commento